1 adolescente su 10 (in realtà di più) è vittima di violenza sessuale prima dei 16 anni
La violenza contro le donne è un problema diffuso, con numerose vittime già in età adolescenziale. I dati mostrano che molte donne hanno subito violenze fisiche e sessuali, con una percentuale significativa di ragazze sotto i 16 anni vittime di abusi da parte di sconosciuti. Anche a livello internazionale, la violenza contro le donne è diffusa, con un elevato numero di femminicidi registrati. Tuttavia, nonostante la gravità della situazione, molte vittime non denunciano, e ci sono ancora stereotipi e bias che colpevolizzano le donne. Organizzazioni come Cadmi lavorano per offrire sostegno alle donne maltrattate, ma il cammino verso la piena consapevolezza e protezione delle vittime è ancora lungo e complesso.
La violenza contro le donne: un problema diffuso e doloroso
La violenza contro le donne inizia fin dall’infanzia, con l’1 adolescente su 10 che subisce violenze prima dei 16 anni, secondo i dati Istat. Tuttavia, molte vittime non denunciano, rendendo le statistiche solo parziali. In Italia, il 31,5% delle donne tra i 16 e i 60 anni ha subito violenze fisiche o sessuali. Tra le ragazze sotto i 16 anni, il 10,6% ha subito violenze sessuali, per lo più da sconosciuti.
Studi condotti da Ipsos e Save The Children dimostrano che c’è ancora una grande percentuale di giovani che colpevolizzano le vittime di stupri. Il 29% degli adolescenti ritiene colpevole la vittima in base al modo di vestire o di comportarsi, mentre il 24% pensa che una donna che non dice chiaramente “no” sia disponibile al sesso. A livello internazionale, il 35% delle donne ha subito violenza fisica o sessuale.
Uno studio dell’Unodoc e Un Women mostra un aumento significativo dei femminicidi nel 2022, con quasi 89mila casi registrati. A livello globale, il 55% di tutti i femminicidi sono commessi da familiari o partner. Oltre alla violenza fisica, il 16,1% delle donne in Italia ha subito stalking, ma la maggior parte non denuncia, rendendo i dati incompleti.
Nonostante ciò, ci sono donne coraggiose che denunciano. Cadmi, casa di accoglienza in Lombardia, ha accolto 661 donne nel 2023, offrendo supporto legale e psicologico. Tuttavia, la presidente Manuela Ulivi ha espresso preoccupazione per il futuro, sottolineando che c’è ancora chi minimizza e confonde la violenza con il conflitto. Le istituzioni devono fare di più per combattere questo grave problema e supportare le vittime.
La triste realtà della violenza contro le donne
La violenza contro le donne è un problema diffuso a livello globale, con numeri spaventosi che evidenziano l’urgenza di intervenire. In Italia, i dati dell’Istat mostrano che un’alta percentuale di donne ha subito violenze fisiche o sessuali, con numeri preoccupanti anche tra le adolescenti.
Le ricerche continuano a evidenziare una cultura del silenzio e dell’ignoranza riguardo alle violenze contro le donne. Numerose vittime non denunciano, e persino tra i giovani persistono convinzioni errate sulle responsabilità legate agli abusi subiti.
A livello internazionale, la violenza fisica e sessuale contro le donne è diffusa in modo allarmante, con un numero significativo di femminicidi commessi da familiari o partner. Lo studio dell’Unodoc e Un Women del 2022 ha rilevato un preoccupante aumento dei casi di femminicidio, mettendo in luce l’ampiezza del fenomeno.
Malgrado le sfide e le resistenze, esistono anche segnali di speranza. Organizzazioni come Cadmi continuano a lavorare per offrire supporto alle donne vittime di violenza, accogliendole, sostenendole legalmente e psicologicamente. È fondamentale unire gli sforzi per sensibilizzare, educare e combattere la violenza contro le donne in tutte le sue forme.
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