180 quintali di olio di oliva finto “Bio” sequestrati

180 quintali di olio di oliva finto “Bio” sequestrati

La Guardia di Finanza di Catanzaro, insieme al Comando Provinciale di Barletta-Andria-Trani e all’Ispettorato Centrale della tutela della qualità e repressione delle frodi dei prodotti agroalimentari, ha eseguito un sequestro di olio di oliva falso, presentato come “olio extravergine di oliva BIO” ma risultato di qualità inferiore. Dopo attività ispettive presso due aziende, è emerso che l’olio non corrispondeva agli standard richiesti, essendo lampante e non edibile. Il titolare della ditta individuale è stato segnalato alla Procura della Repubblica di Catanzaro per frode nell’esercizio del commercio. Sono state sequestrate 3 cisterne contenenti un totale di 17.900 chili di olio, del valore di oltre 200 mila euro.

Sequestro di olio di oliva non conforme a Catanzaro

Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, insieme ad altre autorità competenti, ha eseguito un sequestro di olio di oliva non conforme. L’operazione ha coinvolto più di 180 quintali di olio, commercializzati come “olio extravergine di oliva BIO”, ma risultati di categoria inferiore a seguito di analisi chimiche e organolettiche.

I Finanzieri e i funzionari dell’ICQRF hanno condotto attività ispettive presso due aziende nelle province di Catanzaro e Barletta-Andria-Trani, eseguendo un riscontro quantitativo del prodotto detenuto e un campionamento per determinarne la qualità. L’olio rinvenuto presso un produttore di Catanzaro, destinato a un’azienda pugliese, è stato classificato come olio extra vergine BIO, ma le analisi hanno rilevato che in realtà si trattava di olio vergine e lampante.

L’intervento della Guardia di Finanza e del Ministero dell’Agricoltura ha permesso di appurare che il prodotto sequestrato non rispondeva alle caratteristiche previste per l’olio extra vergine, risultando potenzialmente pericoloso per la salute dei consumatori. Le Fiamme Gialle hanno quindi segnalato il titolare della ditta individuale alla Procura della Repubblica di Catanzaro per frode nell’esercizio del commercio di sostanze alimentari non genuine come genuine, procedendo al sequestro di 3 cisterne contenenti complessivamente 17.900 chili di olio.

Sequestro di olio di oliva non conforme: le azioni delle autorità competenti

Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, in collaborazione con il Comando Provinciale di Barletta-Andria-Trani e l’Ispettorato Centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, ha condotto un’operazione di sequestro di olio di oliva non conforme. L’olio, presentato come “olio extravergine di oliva BIO” per la commercializzazione, è stato sottoposto ad analisi chimiche e organolettiche che ne hanno evidenziato una categoria inferiore.

Durante le attività ispettive presso le sedi di due aziende, situati nelle province di Catanzaro e Barletta Andria Trani, i Finanzieri e i funzionari dell’ICQRF hanno eseguito un riscontro quantitativo del prodotto detenuto e un campionamento, allo scopo di verificare la qualità riportata sul registro telematico delle aziende. È emerso che l’olio, catalogato come extravergine BIO, in realtà risultava essere vergine e lampante, con un elevato grado di acidità non idoneo al consumo umano.

Le autorità competenti hanno segnalato il titolare della ditta individuale ai fini dell’esercizio illecito del commercio e della vendita di olio non genuino come genuino. Di conseguenza, sono state sequestrate 3 cisterne contenenti complessivamente 17.900 chili di olio, di cui 4.500 di tipo lampante, per un valore stimato di oltre 200 mila euro. La Guardia di Finanza e il Ministero dell’Agricoltura hanno collaborato con successo per contrastare le frodi agroalimentari e proteggere la salute dei consumatori.

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