P.A., Confintesa: “Valore dei buoni pasto sia inserito in busta paga”
ROMA – “La gestione dei buoni pasto nella pubblica amministrazione è ormai diventato un mercato che, oltre a creare inutili oneri finanziari per le casse dello Stato, determina ritardi e difficoltà di spendibilità per i dipendenti che li ricevono”.
Lo dichiara Claudia Ratti, Segretaria Generale di Confintesa Funzione Pubblica, “in merito alla complicata ed inutile procedura che viene utilizzata per l’emissione dei buoni stessi”.
“Confintesa FP – continua Claudia Ratti – aveva già denunciato nel 2017 che sui buoni pasto si faceva la cosiddetta ‘crestà e la sentenza del Consiglio di Stato, che ha annullato una gara per l’aggiudicazione dei buoni pasto e ha messo in chiaro i meccanismi previsti per lo svolgimento delle gare per l’aggiudicazione dei buoni stessi, conferma quanto da noi denunciato.
Inoltre l’annullamento dell’aggiudicazione del lotto 7 (Regione Lazio) della Convenzione Consip ‘Buoni pasto 9’, per effetto del quale le Pubbliche Amministrazioni non possono più procedere, tra l’altro, all’invio delle richieste di approvvigionamento finchè la Consip non definirà le modalità da seguire, aggrava la situazione.
In buona sostanza molti pubblici dipendenti non riceveranno i buoni pasto fino a che la Consip non emana nuove disposizioni.
Confintesa FP – conclude la sindacalista – chiede, quindi, che il valore dei buoni pasto sia inserito in busta paga e sia esente da tasse.
Ci guadagneranno le Pubbliche Amministrazioni e tutti i pubblici dipendenti”.
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