Ucraina candidata all’UE, ma la guerra non si ferma

Ucraina candidata all’UE, ma la guerra non si ferma

LUGANSK REGION, UKRAINE – MARCH 19, 2022: A 2S1 Gvozdika self-propelled howitzer of the LPR People’s Militia fires leaflet shells in the Severodonetsk District.

The leaflets calling servicemen of the Armed Forces of Ukraine to lay down their arms, contain information about the situation on the frontline.

Tensions started heating up in Donbass on February 17, with the Donetsk and Lugansk People’s Republics reporting the most intense shellfire from Ukraine in months.

On February 24, Russia’s President Putin announced his decision to launch a special military operation after considering requests from the leaders of the Donetsk People’s Republic and Lugansk People’s Republic.

Stanislav Krasilnikov/TASS/Sipa USA (- – 2022-03-19, ???????????? ????????? / ipa-agency.

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la foto e’ utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e’ stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate
KIEV (UCRAINA) – L’offensiva russa in Ucraina continua soprattutto nel Donbass dove la situazione è ancora molto difficile, al punto che le forze ucraine avrebbero deciso di ritirarsi dalla città di Severodonetsk, nel Lugansk.

Intanto il paese ha compiuto un passo “storico” nel cammino verso l’Unione europea.

In particolare, per quanto riguarda i combattimenti sul campo, il governatore della regione di Lugansk, Sergey Gaidai, ha reso noto su Telegram che le forze ucraine si ritireranno dalla città di Severodonetsk.

Nell’area, secondo l’ultimo aggiornamento dello Stato maggiore delle forze armate ucraine, nelle scorse ore il fuoco è stato aperto vicino a Lysychansk, Severodonetsk, Bila Hora, Vovchoyarivka, Spirne e Berestove mentre attacchi aerei sono stati registrati sugli insediamenti di Lysychansk e Borivske.

Ieri, intanto, mentre in Ucraina si continuava a combattere, a Bruxelles veniva compiuto un passo fondamentale nel percorso di avvicinamento del paese all’Unione europea: il Consiglio europeo ha deciso di concedere lo status di paese candidato all’Ucraina e alla Moldavia.

Per il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che ha parlato al vertice dopo il via libera dei leader dell’Ue, questo “sarà sempre il punto di partenza della nuova storia dell’Europa”.

“Un’Europa – ha affermato nel suo intervento – senza divisione, senza zone ‘grigiè.

Un’Europa veramente unita e che sa difendere sè, i suoi valori, il suo futuro”, ha evidenziato.

Per Zelensky si tratta di “una delle decisioni più importanti per l’Ucraina in tutti i 30 anni di indipendenza del nostro Stato”.

Tuttavia, secondo il presidente ucraino questa decisione “non riguarda solo l’Ucraina” ma è “il più grande passo verso il rafforzamento dell’Europa” che possa essere compiuto ora.

Zelensky si è rivolto ai paesi membri, citandoli uno ad uno.

“L’Italia – ha detto – ci sostiene.

Grazie mille, signor Primo Ministro! Grazie per la tua forza, per la tua perseveranza.

Grazie per aver dimostrato che i principi delle persone perbene sono veramente il fondamento dell’Europa”.

Nelle sue conclusioni, il Consiglio europeo “ribadisce di essere fermamente al fianco dell’Ucraina e che l’Unione europea continuerà a fornire un forte sostegno alla resilienza economica, militare, sociale e finanziaria globale dell’Ucraina, anche attraverso l’assistenza umanitaria”.

L’Unione europea, è spiegato nel documento, mantiene “il suo fermo impegno” a fornire “ulteriore sostegno militare per aiutare l’Ucraina ad esercitare il suo diritto naturale di autotutela contro l’aggressione russa e a difendere la sua integrità territoriale e la sua sovranità”.

Nelle conclusioni c’è anche un riferimento al blocco del grano che sta provocando una crisi alimentare globale.

“Usando i prodotti alimentari come arma nella sua guerra contro l’Ucraina – si legge ancora -, la Russia è l’unica responsabile della crisi della sicurezza alimentare globale che ha provocato.

Il Consiglio europeo esorta la Russia a smettere immediatamente di prendere di mira le strutture agricole e di sottrarre i cereali, nonchè a sbloccare il Mar Nero, segnatamente il porto di Odessa, in modo da consentire l’esportazione dei cereali e le operazioni di trasporto marittimo commerciale”.

foto: agenziafotogramma.

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