Salvatore Aversa: vittima della ‘ndrangheta nel 1992/ Giampà arrestato per gli errori giudiziari

Salvatore Aversa: vittima della ‘ndrangheta nel 1992/ Giampà arrestato per gli errori giudiziari

Sono passati poco più di 32 anni esatti dal tragico omicidio che ha scosso la tranquillità di Lamezia Terme. Il sovrintendente della Polizia di Stato Salvatore Aversa e sua moglie Lucia Precenzano sono stati le vittime di un gioco di potere della ‘ndrangheta, un omicidio che è rimasto irrisolto per quasi 20 anni a causa di un sistema giudiziario inefficace. Questa sera, il caso sarà al centro dell’attenzione nel programma ‘Cose Nostre’ su Rai 1, condotto da Emilia Brandi, con la partecipazione del figlio di Aversa, Walter, del collega Antonino Surace e del giornalista Gianfranco Manfredi.

Prima dell’omicidio, Aversa stava indagando sull’assassinio di due netturbini, Tremonte e Cristiano, uccisi in precedenza. Si era aperta una stagione pericolosa in cui i poliziotti venivano presi di mira. Aversa, deciso a combattere le mafie, aveva deciso di seguire personalmente l’indagine, mettendo a rischio la propria vita.

La sera del 4 gennaio 1992, la caserma di Lamezia ricevette la segnalazione di uno sparo in via dei Campioni. Nessuno poteva immaginare che le vittime fossero Aversa e Precenzano, colpiti brutalmente in quella che sembrava essere un’esecuzione mafiosa.

Dopo l’omicidio, le indagini presero una direzione errata, coinvolgendo inizialmente anche Surace che fu poi allontanato. Le testimonianze iniziali portarono all’arresto e alla condanna di Rizzardi e Molinaro, pur sempre affermando la propria innocenza.

Nel 2004, le testimonianze furono dichiarate inattendibili e i presunti colpevoli furono scarcerati. La storia si riaprì con molti dubbi sui veri responsabili e sulle motivazioni dell’omicidio.

Nel 2010, si ebbe la svolta con l’arresto del boss della ‘ndrangheta Francesco Giampà e dei due esecutori materiali dell’omicidio, Speciale e Chirico. Il figlio di Aversa spera che giustizia sia fatta per suo padre, nonostante tutti gli anni trascorsi.

La triste vicenda si conclude con la constatazione che, anche se tardivamente, la giustizia è stata fatta. Una storia segnata da dolore, ingiustizia e lentezza della giustizia che finalmente ha portato a una risoluzione, ma che non potrà mai ripagare la vita perduta.

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