La deforestazione si riduce in Brasile e in Colombia, ma il mondo è ancora indietro

La deforestazione si riduce in Brasile e in Colombia, ma il mondo è ancora indietro

Questo articolo è stato originariamente pubblicato in inglese, ma secondo un’analisi dell’Università del Maryland, la perdita di foreste tropicali sarebbe stata molto più elevata senza i miglioramenti avvenuti in Brasile e Colombia grazie all’azione dei loro governi.

Nel 2023, la perdita di foreste tropicali in Brasile e Colombia è diminuita drasticamente, ma gli incendi e l’aumento dell’abbattimento di alberi in altre aree hanno contrastato pesantemente questi progressi. Nel corso dell’anno, i tropici hanno perso 3,7 milioni di ettari di foresta primaria, un’area appena più piccola del Bhutan, equivalenti a 10 campi da calcio al minuto. Questo rappresenta circa il 9% in meno di copertura arborea tropicale rispetto al 2022, secondo un’indagine annuale del World Resources Institute (WRI) e dell’Università del Maryland.

La perdita di alberi a livello globale sarebbe stata molto più elevata senza i miglioramenti in Brasile e Colombia, dove l’azione politica ha avuto un impatto significativo. Tuttavia, nonostante questi progressi, il mondo non è ancora in grado di fermare la deforestazione entro il 2030. Mancano solamente sei anni alla scadenza del 2030 per raggiungere l’obiettivo stabilito da 145 nazioni alla COP26 nel 2021 di arrestare e invertire la perdita di foreste.

Secondo Mikaela Weisse, direttrice del Global Forest Watch del WRI, il mondo ha fatto progressi a singhiozzo nella lotta alla deforestazione. Le forti diminuzioni registrate in Amazzonia brasiliana e in Colombia dimostrano che è possibile compiere progressi, ma l’incremento della perdita di foreste in altre regioni ha quasi annullato tali risultati. Weisse sottolinea l’importanza di apprendere dalle nazioni che sono riuscite a rallentare con successo la deforestazione.

Il rapporto attribuisce il rallentamento della deforestazione in Brasile e Colombia al cambio di leadership politica. I nuovi leader di entrambi i Paesi hanno messo l’accento sulla protezione dell’ambiente e sulla conservazione delle foreste.

Sotto la presidenza di Luiz Inácio Lula da Silva, il Brasile ha registrato nel 2023 una riduzione del 36% nella perdita di foreste primarie, il livello più basso dal 2015. Lula ha revocato alcune misure dannose per l’ambiente, ha riconosciuto nuovi territori indigeni e ha potenziato le azioni per contrastare il disboscamento illegale.

In Colombia, sotto il presidente Gustavo Petro Urrego, la perdita di foreste primarie si è dimezzata nel 2023 rispetto all’anno precedente. Alejandra Laina, responsabile delle risorse naturali di WRI Colombia, sottolinea la complessità della storia della deforestazione nel Paese e l’importanza delle azioni del governo e dell’impegno delle comunità nel proteggere le foreste.

I risultati dell’indagine dell’anno scorso evidenziano che quando la protezione delle foreste diventa una priorità per i leader mondiali, si possono ottenere progressi significativi.

Nel 2023, gli incendi sono stati responsabili di oltre la metà delle perdite di foreste a livello globale. In Paesi tropicali come la Bolivia, spesso sono causati dall’uomo per aprire terreni per agricoltura o pascolo. L’agricoltura è stata uno dei principali motori della deforestazione in Paesi come la Bolivia e il Laos.

Il cambiamento climatico gioca un ruolo significativo, poiché in condizioni di caldo secco gli incendi possono diffondersi rapidamente e diventare incontrollabili. La siccità diffusa e l’aumento delle temperature, causati dal cambiamento climatico, hanno un impatto su molte regioni del mondo. Ad esempio, il Canada ha registrato nel 2023 la peggiore stagione degli incendi mai registrata.

Alexandra Tyukavina, professoressa dell’Università del Maryland, sottolinea l’importanza dei dati satellitari nel monitorare gli incendi nel tempo e l’impatto sulle foreste mondiali. Questi dati sono fondamentali per comprendere come le annate di incendi estremi possano influenzare le foreste nel tempo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *