L’Italia si ritrova anziana e più povera

L’Italia si ritrova anziana e più povera

Negli ultimi dieci anni si è verificato un notevole aumento del divario tra le condizioni economiche delle diverse generazioni. Le persone più giovani sono le più colpite e hanno maggiori difficoltà rispetto alle generazioni precedenti. Questa situazione è stata accentuata dalla grande recessione alla fine degli anni 2000, che ha pesantemente penalizzato i giovani.

Il rapporto annuale dell’Istat, presentato alla Camera, evidenzia che l’età adulta non è più sinonimo di stabilità e certezze acquisite. Nel 2023, la spesa media mensile per consumo delle famiglie residenti in Italia è aumentata del 3,9% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 2.728 euro in valori correnti. Tuttavia, in termini reali, si registra una riduzione dell’1,8%. La povertà assoluta è anch’essa in aumento, interessando l’8,5% delle famiglie e il 9,8% degli individui.

I dati mostrano che la povertà assoluta individuale è aumentata di 2,9 punti percentuali nel periodo 2014-2023, con le fasce d’età più giovani a subire le maggiori difficoltà. Il calo demografico è un’altra preoccupazione, con una diminuzione di oltre un milione di unità (-1,8%) nel decennio 2012-2023. Le previsioni a lungo termine indicano un aumento dello spopolamento e dell’invecchiamento della popolazione, con una diminuzione dei più giovani e una crescita significativa degli anziani, soprattutto al Centro-Nord.

Nel Mezzogiorno, la situazione è già critica a causa della bassa natalità e del ripristino dei flussi migratori. Le stime demografiche suggeriscono un futuro in cui la popolazione italiana potrebbe ridursi di circa 3 milioni di unità entro il 2042 e di oltre 8,6 milioni entro il 2072. La tendenza allo spopolamento e all’invecchiamento continua a pesare sul paese.

Nonostante la perdita di popolazione sia rallentata negli ultimi due anni, la crescita economica dell’Italia è stata superiore alla media dell’UE27, della Francia e della Germania. Il mercato del lavoro ha registrato un buon andamento, con l’Italia che ha avuto la crescita più elevata tra le quattro maggiori economie dell’Unione europea tra il 2019 e il 2023.

La situazione occupazionale è stata positiva, con un aumento del numero di occupati in Italia del 1,8% nel biennio 2022-2023. Nonostante il rallentamento dell’attività economica nel 2023, il contributo dell’occupazione è stato significativo. La produttività oraria, invece, ha influito negativamente sul Pil.

Il Paese ha registrato una crescita costante nell’ultimo decennio, ma esistono ancora importanti disparità economiche rispetto ad altri paesi europei. La situazione demografica e economica richiede interventi tempestivi e mirati per far fronte alle sfide future.

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