Processo d’appello di Simona Floridia: Telefonata che potrebbe scagionare Andrea Bellia

Processo d’appello di Simona Floridia: Telefonata che potrebbe scagionare Andrea Bellia

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Il caso di Simona Floridia è tornato nuovamente al centro dell’attenzione, dopo oltre 30 anni, durante la trasmissione Le Iene in occasione dell’apertura del processo di appello che vede l’unico indagato Andrea Bellia difendersi da un’accusa per cui si è sempre dichiarato innocente. Nel lontano 1992, la ragazza, all’epoca diciassettenne, scomparve misteriosamente da Catania dopo una serata trascorsa fuori casa. Alcuni testimoni affermarono di averla vista sullo scooter di Andrea Bellia intorno alle 20.

Nel 2023, dopo anni di indagini, è stata emessa una condanna contro l’unico indagato, grazie all’intercettazione di un amico in comune, Mario Ricciardi, il quale raccontò alla sua fidanzata di aver ricevuto da Bellia una confessione riguardo all’omicidio di Simona Floridia. Tale confessione indicava anche il luogo esatto in cui il crimine fu commesso, spingendo la giovane giù da una scarpata ripida. Nonostante la conferma di questa teoria in tribunale, persistono ancora molti dubbi circa la morte di Simona, in particolare riguardo alla sorte del suo corpo, mai ritrovato.

Intervistato dalle Iene, Andrea Bellia continua a proclamare la sua innocenza, respingendo le accuse e affermando di non essere la giustizia che cercano. Non riesce a comprendere il motivo per cui terze persone parlino di lui e si senta costretto a giustificarsi. Durante il processo di appello, verranno esaminati nuovi elementi, come il diario di Simona in cui confessava di aver pensato al suicidio e le testimonianze che la videro il giorno successivo alla presunta scomparsa a Caltagirone.

Tra tutti gli elementi, una telefonata ignorata durante le indagini potrebbe aiutare Bellia a dimostrare la sua innocenza. Si tratta di una conversazione tra Simona Floridia e la sua amica Saveria Tumino, in cui la prima parlava di un weekend al mare e chiedeva alla seconda di chiedere ai genitori il permesso. Tornando alle testimonianze del 1992, il padre di Simona raccontò di essere tornato a casa più tardi, poiché si trovava allo stadio, all’ora in cui la ragazza fu vista sullo scooter di Bellia.

Il processo di appello analizzerà anche questi nuovi dettagli, alla ricerca della verità su quanto accaduto a Simona Floridia. La lotta per dimostrare l’innocenza di Andrea Bellia continua, mentre le domande e i dubbi su questo caso rimangono ancora irrisolti.

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