Le PMI puntano sul welfare aziendale con il Terzo Settore in prima linea

Le PMI puntano sul welfare aziendale con il Terzo Settore in prima linea

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Il 75% delle piccole e medie imprese italiane, ovvero 3 aziende su 4, ha superato il livello medio di welfare aziendale. Il numero di PMI con livello molto alto e alto è triplicato, passando dal 10,3% nel 2016 al 33,3% nel 2024, con un aumento dell’8% negli ultimi due anni. Allo stesso tempo, si è ridotto del 50% il numero di imprese a livello iniziale, il cui welfare consiste principalmente nell’adozione delle misure previste dai contratti collettivi: dal 48,9% al 25,5%. Questi sono i dati emersi dal Rapporto Welfare Index PMI 2024, che analizza lo stato del welfare nelle piccole e medie imprese italiane. Il rapporto è giunto alla sua ottava edizione ed è promosso da Generali Italia con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e la partecipazione delle principali Confederazioni italiane.

L’area più matura, con un tasso di iniziativa del 56,4%, è la conciliazione vita-lavoro. Seguono a breve distanza salute e assistenza, previdenza e protezione, tutela dei diritti e delle diversità e inclusione sociale, tutte con un tasso superiore al 50%. Le imprese stanno iniziando a muovere i primi passi nell’iniziativa di sostegno delle famiglie per la cultura e l’educazione dei figli, con il 10% di imprese attive.

Uno degli approfondimenti del Rapporto 2024 riguarda il Terzo Settore, che conta 125.000 organizzazioni iscritte al RUNTS (Registro Unico degli Enti del Terzo Settore). Questo settore coinvolge 894.000 dipendenti e produce un valore pari al 5% del PIL. Il Terzo Settore svolge un duplice ruolo nel welfare aziendale: da una parte offre soluzioni di welfare ai propri dipendenti, dall’altra agisce come fornitore di servizi alle imprese.

Una parte significativa della spesa di welfare in Italia è a carico diretto delle famiglie, che sostengono il 22% della spesa sanitaria, il 71% della spesa assistenziale per la cura dei figli e degli anziani e il 16% della spesa per l’istruzione. Il welfare aziendale agisce come fattore di efficienza e equità, trasferendo parte di questa spesa dalle famiglie alle imprese e trasformandola da individuale a collettiva.

Le PMI coinvolgono 11,3 milioni di famiglie con lavoratori dipendenti, il 44% delle famiglie italiane, di cui 3,2 milioni sono a vulnerabilità alta o molto alta. Possono quindi erogare sostegni mirati in relazione alla condizione familiare o alla presenza di fragilità. Inoltre, le imprese possono costituire la base di un nuovo welfare di prossimità poiché sono ampiamente diffuse sul territorio italiano.

Il 18% delle imprese analizzate è caratterizzato da un welfare evoluto, con i più alti livelli di iniziativa e capacità gestionale. Queste aziende considerano il welfare come una leva strategica per la sostenibilità dell’impresa, e l’81% di esse ottiene i migliori risultati in termini di impatto sociale.

La presenza di fondi e polizze integrative cresce costantemente nelle PMI. La sanità integrativa copre oggi quasi 16 milioni di italiani tra lavoratori e familiari, intercettando circa 4,5 miliardi di risorse. Questo dimostra l’impegno delle imprese nel garantire questa importante tutela di welfare.

Il welfare aziendale è correlato positivamente con la solidità finanziaria delle imprese. L’indebitamento decresce al crescere dei livelli di welfare. Inoltre, il welfare aziendale è legato alla capacità competitiva sul mercato internazionale: passando dai livelli iniziali ai livelli più alti di welfare aziendale, la quota di imprese esportatrici quasi triplica.

Il welfare assume un ruolo centrale nella questione della denatalità, contribuendo alla conciliazione vita-lavoro e alla promozione della genitorialità. La collaborazione tra settore pubblico e privato può contribuire in modo significativo al rinnovamento del welfare.

In conclusione, il welfare aziendale rappresenta un’eccezionale leva per accelerare la crescita, la produttività e la sostenibilità delle imprese. Le imprese possono dare un contributo importante su molti fronti, come la conciliazione vita-lavoro, la formazione del capitale umano e la promozione della salute e del benessere. La presenza di misure di welfare nelle imprese è in costante crescita, e questa tendenza è fondamentale per garantire un futuro sostenibile per l’economia italiana.

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