Fedriga al G7: “Investire in formazione, non solo tecnologia”

Fedriga al G7: “Investire in formazione, non solo tecnologia”

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Il futuro delle prossime generazioni dipende dalle scelte che sapremo adottare a livello internazionale, in particolare riguardo ai processi che stanno modificando radicalmente il mondo del lavoro e della produzione. È importante affrontare la sfida dell’innovazione tecnologica non solo da un punto di vista ideologico sull’intelligenza artificiale, ma sviluppando soluzioni che considerino gli aspetti etici, economici e sociali in una prospettiva sostenibile nel lungo termine.

Per affrontare questa sfida, è fondamentale investire nella formazione, che è una chiave essenziale per accrescere il patrimonio più grande di una società: il capitale umano. Il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ritiene che il vertice di Trieste sia un momento strategico particolarmente rilevante per i lavori del Gruppo dei Sette in quest’anno di Presidenza italiana.

Il vertice sull’Istruzione del G7, che si è tenuto a Trieste, offre l’opportunità di riflettere non solo sull’umanità come fine ultimo del nostro agire, ma anche sull’idea di mondo che vogliamo costruire. Fedriga sottolinea l’importanza di riconoscere, tutelare e valorizzare le identità territoriali come un collante sociale e un ponte per rafforzare il dialogo e la conoscenza reciproca.

La presenza dei ministri del G7 e della Commissaria europea all’Istruzione, insieme ai rappresentanti dell’Unione africana e delle principali organizzazioni internazionali competenti, rende il forum un momento cruciale per discutere e approfondire due temi principali: la valorizzazione dei talenti attraverso percorsi di apprendimento personalizzati e la riduzione del differenziale tra domanda e offerta nel mercato del lavoro.

L’obiettivo è rafforzare la mobilità educativa e occupazionale dei giovani con competenze specialistiche. L’assessore regionale all’Istruzione, Alessia Rosolen, sottolinea l’importanza di una visione ampia a livello internazionale, ma rispettosa delle specificità culturali dei territori.

Il Friuli Venezia Giulia si propone come modello per una nuova visione della scuola, in grado di trasformare le identità in un passaporto per le relazioni internazionali e aprirsi a nuove opportunità di mobilità. Questo approccio, secondo Rosolen, può contribuire a promuovere la cooperazione tra diverse culture e favorire lo sviluppo di competenze chiave per il futuro delle prossime generazioni.

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