L’Unione Europea riveda la sua strategia sulla Siria

L’Unione Europea riveda la sua strategia sulla Siria

Reggio Calabria – Villa San Giovanni – Riunione dei ministri G7 2024. Nella foto, Antonio Tajani osserva lo stretto di Messina (Reggio Calabria – 16 luglio 2024, FRANCESCO ALGERI)

ROMA (ITALPRESS) – “Con l’attenzione mondiale concentrata su hot spot della crisi come Gaza e l’Ucraina, la situazione in Siria è stata messa in secondo piano, sia nei media che nell’agenda della politica estera dell’Unione Europea. Questo è un errore strategico”. Lo afferma il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in una lettera a Il Messaggero.

“Nonostante gli ingenti aiuti umanitari, tra cui 33 miliardi di euro da parte del principale donatore internazionale, l’UE, il popolo siriano è ancora in condizioni misere. Oltre 16 milioni di persone hanno bisogno di assistenza per sopravvivere, il numero più alto mai registrato dall’inizio del conflitto. La sofferenza si estende ben oltre i confini immediati del paese: la Siria è ancora il catalizzatore della più grande crisi di rifugiati del mondo, con 13,8 milioni di sfollati interni e rifugiati. Molti sono ancora in movimento, preda del modello di business altamente redditizio dei trafficanti. Sentiamo gli effetti di questa situazione ben oltre il Medio Oriente, anche in Italia, in Austria e nel resto d’Europa”, aggiunge.

“Nel frattempo, Assad resta saldamente al potere. Con il supporto di Russia e Iran, il regime siriano è riuscito a consolidare il proprio controllo su oltre il 70% del paese. I nostri partner arabi nella regione hanno riconosciuto questa spiacevole realtà, e hanno riammesso la Siria nella Lega degli Stati arabi. Il pensiero strategico dell’UE è indietro. Dopo tredici anni, dobbiamo ammettere che l’approccio dell’UE non ha tenuto il passo con l’evoluzione della situazione sul terreno. I nostri obiettivi politici risalgono al 2017 e non sono stati aggiornati. Qualsiasi ulteriore azione, ovviamente, non può e non deve implicare alcun compromesso sui principi fondamentali di democrazia, inclusione, rispetto dei diritti umani e libertà fondamentali.

Ma proprio per questo motivo, è urgente rilanciare un dialogo sostanziale e significativo tra i governanti attuali di Damasco e l’opposizione, nel contesto del processo politico guidato dall’inviato speciale delle Nazioni Unite, Pedersen. Chiediamo pertanto ad Assad di mostrare la flessibilità necessaria in un processo di riconciliazione, necessario per ricondurre la Siria sulla giusta strada”, dichiara nella lettera scritta insieme al Ministro Federale per gli Affari Europei e Internazionali della Repubblica d’Austria, Alexander Schallenberg.

“In questo contesto, riteniamo che sia giunto il momento di ripensare al nostro approccio alla Siria. Questo comporta fare domande scomode: come possiamo garantire che i cittadini siriani abbiano prospettive economiche e non siano costretti a intraprendere il pericoloso viaggio verso l’Europa? Come possiamo contribuire a creare le condizioni affinché le persone possano tornare in Siria? Come possiamo essere sicuri che le nostre sanzioni colpiscano i complici del regime e non la popolazione in generale? Non abbiamo risposte immediate a tutte queste domande. Siamo pronti ad impegnarci in una discussione trasparente e aperta.

Insieme ai ministri degli Esteri di Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Grecia, Slovacchia e Slovenia, abbiamo pertanto invitato l’Alto Rappresentante a rivedere la strategia dell’UE per la Siria. Il nostro obiettivo è una politica sulla Siria più realistica, proattiva ed efficace per aumentare la nostra influenza politica, l’efficacia della nostra assistenza umanitaria e per creare le condizioni per il ritorno sicuro, volontario e dignitoso dei rifugiati siriani. Mantenere lo status quo mentre la situazione in Siria e nei paesi vicini continua a peggiorare non è un’opzione. Dobbiamo riportare la Siria nell’agenda dell’UE come una priorità assoluta. Se non lo faremo, le conseguenze per la popolazione civile in Siria, per i paesi vicini nella regione, per i partner mediterranei e, alla fine, per l’Europa, saranno disastrose”, concludono. (ITALPRESS)

Foto: Agenzia Fotogramma

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