Il sorpasso storico nella classifica delle migliori Università italiane

Il sorpasso storico nella classifica delle migliori Università italiane

Il Censis, da più di vent’anni, redige annualmente una classifica delle migliori università italiane, basata su 963 variabili, e ha pubblicato i risultati per l’anno accademico 2024/2025.

La top 3 della classifica delle migliori università italiane del Censis ha visto un sorpasso storico, con l’Università di Padova che ha conquistato il primo posto dopo 14 anni, spodestando l’Alma Mater di Bologna, ora al secondo posto. La Sapienza di Roma rimane saldamente al terzo posto tra i mega atenei statali (con oltre 40mila studenti).

Ci sono novità anche per la classifica dei grandi atenei statali (tra 20mila e 40mila iscritti), con l’Università di Pavia che retrocede in seconda posizione, superata dall’Università della Calabria al primo posto. Perugia si piazza al terzo posto, seguita da Parma e Cagliari che avanzano, ottenendo rispettivamente il quarto e il quinto posto.

Per quanto riguarda le università medie (tra 10mila e 20mila iscritti), poche sorprese, con Trento al primo posto, seguita da Udine al secondo e dall’Università di Sassari al terzo.

I piccoli atenei statali (fino a 10mila iscritti) mantengono le loro posizioni, con Camerino in testa, la Tuscia al secondo posto e Macerata al terzo. Per quanto riguarda i politecnici e le università private, la top 3 è formata da Milano al primo posto, seguita da Torino e Bari.

Nel ranking degli atenei non statali, Roma si posiziona al primo posto, con la Luiss che primeggia tra le grandi e la Lumsa tra le medie.

Il Censis ha anche elaborato un rapporto che evidenzia un aumento delle immatricolazioni all’università nel Sud Italia e nelle isole (+4,2%), mentre si registra una diminuzione nel Centro (-3,6%) e nel Nord Ovest (-2,5%).

Un dato importante è l’incremento delle studentesse, che stanno crescendo anche in facoltà tradizionalmente dominati dagli uomini, come Medicina, Stem, Architettura, Ingegneria civile, industriale e dell’informazione, Informatica e Tecnologie.

Secondo il Censis, questo trend rappresenta “un’evoluzione in corso che, seppur lenta, preannuncia una futura riduzione del persistente divario di genere in settori ancora fortemente maschili”.

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