Equitalia fa un’altra vittima: imprenditore fiorentino si toglie la vita
Un uomo di 66 anni si è tolto la vita questa mattina a Firenze, impiccandosi con una corda all’interno della sua ditta. A trovare il corpo ormai senza vita dell’uomo è stato il suo socio in affari. Sembra che l’imprenditore, proprio questa mattina, avrebbe dovuto presentarsi negli uffici di Equitalia per discutere un piano di rientro, dopo aver ricevuto una maxi cartella da 20mila euro, un debito forte che aveva gettato nello sconforto il titolare di un’attività di piccole dimensioni.
Sul luogo è stato ritrovato un biglietto scritto dall’uomo nel quale chiede scusa a moglie e figli. Ma in quelle poche righe non c’era nessun riferimento alle difficoltà economiche e a debiti con l’erario. Difficoltà comunque confermate dalle testimonianze di amici e familiari. Questa mattina anziché recarsi negli uffici di Equitalia, il 66enne è tornato sul posto di lavoro e si è tolto la vita. Sul luogo della tragedia sono intervenuti per i rilievi i carabinieri.
La crisi economica continua a mietere vittime in Italia. Le cartelle Equitalia rappresentano un’insidia per molte persone, soprattutto gli imprenditori. Quella cartella da 20.000 euro aveva demoralizzato non poco l’imprenditore fiorentino che, probabilmente, ha pensato che l’unica via d’uscita fosse rappresentata dal suicidio.
Troppi suicidi causati dalle cartelle, lo sa bene Gennaro De Falco, un avvocato che ha scelto di non lavorare più per Equitalia, rinunziando altresì al suo compenso per le cause perorate. Il legale, qualche anno fa, inviò una lettera al Mattino in cui spiegò la ragione della sua decisione. De Falco ha scritto di sentirsi correo della morte di Diego Peduto, immobiliarista di Napoli suicidatosi per una cartella Equitalia. Gennaro conosceva Diego, a cui affidò anche l’incarico di vendere la sua casa.