Nutella festeggia 60 anni diventando vegana: l’assenza di latte, ma l’olio di palma non sostenibile

Nutella festeggia 60 anni diventando vegana: l’assenza di latte, ma l’olio di palma non sostenibile

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Ferrero ha lanciato la Nutella vegana per ridurre l’impronta di carbonio, ma l’olio di palma rimane una preoccupazione. La sostituzione del latte con ceci e sciroppo di riso riduce le emissioni di CO2. Tuttavia, l’olio di palma contribuisce alla deforestazione. L’alternativa vegetale è più costosa, con un prezzo che supera del 50% quello della Nutella classica. L’olio di colza e di girasole sono più sostenibili dell’olio di palma, ma quest’ultimo è ancora ampiamente utilizzato. La Nutella vegana mira a incontrare la richiesta di cibi non animali, anche se preoccupa il suo impatto ambientale complessivo.

Nutella vegana: un’alternativa sostenibile?


Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Ferrero ha lanciato la sua versione vegana della Nutella in occasione del sessantesimo compleanno della famosa crema alla nocciola. Riconoscibile per il tappo verde, questa variante vegana è disponibile in Italia, Francia e Belgio, con progetti di espansione in altri mercati europei entro il 2025. La crema è realizzata con ingredienti di origine vegetale come ceci e sciroppo di riso, offrendo un’alternativa sostenibile rispetto alla versione classica.
La Nutella vegana potrebbe avere un minore impatto ambientale, grazie alla sostituzione del latte con prodotti a minore emissione di CO2, come ceci e sciroppo di riso. Tuttavia, nonostante questa scelta ecologica, l’olio di palma rimane un ingrediente controverso presente nella Nutella, contribuendo alla deforestazione nel Sud-Est asiatico. Mentre alternative come l’olio di colza e di girasole emettono meno anidride carbonica rispetto all’olio di palma, la sua sostituzione potrebbe essere necessaria per una maggiore sostenibilità ambientale.
Un punto di discussione riguarda il prezzo della Nutella vegana, che risulta essere più alto rispetto alla versione tradizionale. In Italia, il costo della crema vegana è del 50% superiore rispetto alla Nutella classica, sollevando domande sulle pratiche di pricing e sulla remunerazione agli agricoltori. Sebbene le proteine vegetali siano economiche, il loro impatto sul costo finale del prodotto solleva interrogativi sulla sua vera sostenibilità economica e ambientale.

La Nutella vegana: un’opzione più sostenibile?

La recente introduzione della versione vegana della Nutella ha sollevato diverse questioni riguardo alla sua sostenibilità ambientale. Sebbene la sostituzione del latte con ingredienti a minor emissione di anidride carbonica sembri promettente, l’uso continuato dell’olio di palma solleva preoccupazioni.

Secondo gli esperti, la Nutella vegana potrebbe avere un impatto ambientale più basso rispetto alla versione tradizionale, grazie alla scelta di ingredienti vegetali più ecologici. Tuttavia, il contenuto di olio di palma, nonostante le sue implicazioni ambientali negative, rimane una parte significativa della formula.

Nonostante l’attenzione posta sulla riduzione delle emissioni di CO2 con la Nutella vegana, il prezzo più elevato del prodotto suscita perplessità. In Italia, ad esempio, il costo della versione vegana è del 50% superiore rispetto a quello della Nutella classica, sollevando dubbi sulla trasparenza dei costi e delle prassi commerciali.

Alla luce di queste considerazioni, la sostenibilità della Nutella vegana dipende non solo dagli ingredienti utilizzati, ma anche dalle scelte aziendali complessive volte a ridurre l’impatto ambientale dei prodotti offerti.

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