Incremento della spesa non conforme nel bilancio dell’Unione Europea

Incremento della spesa non conforme nel bilancio dell’Unione Europea

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L’errore nella spesa di bilancio dell’UE è aumentato, con rischi finanziari dovuti al debito record, alla guerra in Ucraina e all’inflazione. La Corte dei conti europea esprime preoccupazione per la spesa irregolare e il mancato rispetto delle norme nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza. Problemi di controllo e rendicontabilità sono evidenziati, con un alto livello di errore nella spesa per la coesione. Il debito dell’UE è in aumento, con costi aggiuntivi stimati per il programma di ripresa post-pandemia. L’assistenza finanziaria all’Ucraina è cresciuta, ma i rischi di inadempienza potrebbero mettere sotto pressione il bilancio dell’UE.

Preoccupazione riguardo alla gestione dei fondi dell’UE

L’anno 2023 ha visto un aumento significativo degli errori nella spesa di bilancio dell’Unione Europea, come riportato dalla relazione annuale della Corte dei conti europea. Questi errori, che hanno interessato principalmente la spesa per la coesione, hanno portato ad un livello di errore stimato del 5,6% per le spese finanziate dal bilancio dell’UE. Inoltre, la Corte ha evidenziato irregolarità anche nella spesa relativa al dispositivo per la ripresa e la resilienza, parte fondamentale del pacchetto Next Generation EU per la ripresa post-pandemia.

La Corte ha espresso preoccupazione per i rischi finanziari crescenti a cui è esposto il bilancio dell’Unione, dovuti a un debito record, alla crisi economica generata dalla guerra in corso tra Russia e Ucraina, nonché all’alto tasso di inflazione. Questi fattori mettono in dubbio la sostenibilità finanziaria dell’UE e la necessità di rafforzare i controlli e la trasparenza nella gestione dei fondi europei.

In particolare, la Corte ha evidenziato la necessità di migliorare i sistemi di controllo degli Stati membri per garantire una corretta assegnazione e gestione dei fondi dell’UE. Inoltre, ha sottolineato l’importanza di monitorare attentamente i pagamenti effettuati nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza, per evitare il verificarsi di errori simili in futuro.

In conclusione, la Corte dei conti europea ha evidenziato la necessità di adottare misure urgenti per affrontare le criticità riscontrate nella gestione dei fondi dell’Unione Europea, al fine di garantire la corretta destinazione dei finanziamenti e preservare la fiducia dei cittadini nell’operato dell’UE.

La situazione finanziaria dell’UE: aumentano gli errori nella spesa di bilancio

La relazione annuale della Corte dei conti europea ha evidenziato un aumento del livello di errore stimato nella spesa di bilancio dell’UE. Questo trend, unito ai rischi finanziari legati al debito record, alla guerra in Ucraina e all’inflazione, mette a rischio la stabilità finanziaria dell’Unione.

La Corte ha sottolineato che, nonostante le entrate siano prive di errore, il livello di errore nell’UE per le spese finanziate ha raggiunto il 5,6%. In particolare, la spesa per la coesione ha registrato un tasso di errore del 9,3%, causando preoccupazioni sul finanziamento adeguato dei progetti. Questo problema si estende anche alla spesa finanziata dal dispositivo per la ripresa e la resilienza.

Le criticità individuate nella gestione finanziaria dell’UE evidenziano la necessità di un miglior controllo e rendicontabilità, sia a livello nazionale che dell’UE. La Corte ha emesso un giudizio negativo sull’audit della spesa dell’UE per il 2023, sottolineando i problemi legati agli errori rilevati e alle irregolarità riscontrate.

L’alto livello di inflazione continua a impattare negativamente sul bilancio dell’UE, con la previsione di una perdita del potere d’acquisto del 13% entro la fine del 2025. Inoltre, il debito dell’UE è aumentato significativamente, creando una maggiore esposizione finanziaria e mettendo sotto pressione il bilancio. La trasparenza e l’efficienza nella gestione dei fondi dell’UE sono cruciali per preservare la fiducia dei cittadini e assicurare la solidità finanziaria dell’Unione.

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