130 donne si suicidano per sfuggire agli stupri, 600 civili uccisi: la tragica situazione in Sudan.

130 donne si suicidano per sfuggire agli stupri, 600 civili uccisi: la tragica situazione in Sudan.

In Sudan, una guerra civile sanguinosa tra l’esercito e le milizie paramilitari RSF finanziate dagli Emirati Arabi ha causato morti, stupri e distruzioni. Oltre 600 civili sono stati massacrati ad Al Jazira, mentre 130 donne si sono suicidate per evitare lo stupro. I bambini sono stati uccisi, le persone disabili assassinate e interi villaggi distrutti. Gli sfollati sono 11 milioni, mentre 24 milioni necessitano assistenza umanitaria. Gli stupri di guerra sono comuni, con il 70% degli attacchi avvenuti collettivamente davanti alle famiglie delle vittime. La guerra è iniziata dopo un colpo di stato del 2021 e le RSF hanno commesso crimini contro l’umanità in Darfur.

La tragedia silenziosa in Sudan: una guerra civile ignorata dalla stampa internazionale

Da più di un anno, il Sudan è teatro di una cruenta guerra civile tra l’esercito e le Rapid Support Forces (RSF), milizie paramilitari finanziate dagli Emirati Arabi e responsabili di numerose atrocità, incluso il genocidio in Darfur. In particolare, le RSF hanno massacrato oltre 600 civili ad Al Jazira, mentre 130 donne hanno scelto il suicidio per sfuggire alle violenze sessuali.

Interi villaggi sono stati distrutti, con case, mercati e fattorie date alle fiamme, causando la morte di migliaia di persone. La brutalità dei combattimenti ha portato a atrocità inimmaginabili, incluso lo stupro di donne e bambini, con centinaia di casi confermati solo in un’area.

Il bilancio della guerra civile, iniziata nel 2023, conta già più di 24.800 vittime, con milioni di sfollati e persone in grave bisogno di assistenza. Nonostante l’orrore in corso, la situazione nel Sudan sembra essere stata ignorata dalla comunità internazionale, alimentando ulteriori violenze e atrocità.

Gli abusi contro le donne e le violenze di guerra perpetrate dalle RSF sono stati documentati da varie organizzazioni umanitarie, ma solo una minima parte viene segnalata. La comunità internazionale deve intervenire urgentemente per porre fine a questa tragedia umanitaria e garantire giustizia per le vittime del conflitto in Sudan.

La guerra civile sanguinosa in Sudan

La situazione in Sudan è tragica e grave, ma purtroppo è quasi ignorata dai media internazionali. Da oltre un anno, una guerra civile brutale e devastante sta dilaniando il paese, vedendo l’esercito opposto alle milizie paramilitari chiamate Rapid Support Forces (RSF). Queste milizie, finanziate dagli Emirati Arabi, sono responsabili di massacri e violenze, compreso il genocidio in Darfur.

Le RSF hanno commesso orrori indicibili, con oltre 600 civili uccisi solo negli ultimi giorni ad Al Jazira. Centotrenta donne hanno preferito il suicidio per non subire violenze sessuali da parte dei militari delle RSF. I rapporti confermano almeno 29 casi di stupro, con la vittima più giovane di soli 6 anni, in quello che sembra essere un inferno sulla terra.

Interi villaggi sono stati distrutti, con fattorie, mercati e case date alle fiamme. L’ONU ha riportato una devastazione senza precedenti, con migliaia di sfollati e milioni di persone bisognose di assistenza umanitaria. La situazione è disperata e richiede una risposta urgente da parte della comunità internazionale.

La guerra civile in Sudan è una tragedia immane, iniziata dopo il colpo di stato del 2021, con l’ascesa al potere di un governo corrotto e brutale. Le RSF, colpevoli di crimini contro l’umanità, continuano a seminare terrore e violenza, con gli stupri di guerra usati come arma di sopraffazione e umiliazione. È necessario porre fine a questa spirale di violenza e orrore, garantendo giustizia per le vittime e ponendo fine all’impunità dei responsabili.

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