Sono un panettiere che cucina senza gas
Matteo Vergine, giovane chef di successo, ha conquistato in breve tempo una stella Michelin e il premio Young Chef Award. Con il fratello gestisce il “Grow Restaurant” a Albiate, un locale che punta sulla sostenibilità e la passione per la cucina. Il ristorante si distingue per l’utilizzo di ingredienti provenienti dall’orto locale e per la specialità di selvaggina. La sostenibilità è una priorità, con l’uso limitato dell’acqua e l’esclusione del gas in cucina. Un percorso culinario intrapreso fin da bambino, seguendo l’esempio della nonna, che ha portato Matteo a realizzare il suo sogno di diventare chef.
Lo chef Matteo Vergine e il suo ristorante “Grow”
Matteo Vergine, 27 anni di Seregno, vincitore del premio “Young Chef Award” come miglior chef under 30 d’Italia, ha raccontato in un’intervista al Corriere la sua passione per la cucina e il successo rapido che ha ottenuto. Insieme al fratello Riccardo gestisce il locale “Grow Restaurant” a Albiate, in provincia di Monza, dove ha ottenuto la sua prima stella Michelin in soli due anni di attività. La sostenibilità è una priorità per il ristorante, che utilizza fonti rinnovabili e ha ricevuto la stella Michelin verde per la sua attenzione all’ambiente.
Ancora bambino, Matteo seguiva la nonna ai fornelli e da lì è nato il suo amore per la cucina. Dopo gli studi e l’esperienza accanto a chef esperti, ha deciso di intraprendere la carriera di cuoco insieme al fratello. Nonostante la pandemia abbia rallentato i loro piani, hanno aperto il ristorante nel 2020, inizialmente come panetteria, per poi realizzare il locale che avevano in mente nel 2022.
Il “Grow Restaurant” si distingue per l’utilizzo di materie prime provenienti dal proprio orto, con una predilezione per la selvaggina, la cui carne è stata premiata con la stella verde Michelin. La sostenibilità non si limita alla cucina, ma si estende anche alla gestione dell’acqua e all’energia, con l’utilizzo di fonti rinnovabili e l’assenza di gas in cucina. La dedizione, la passione e il talento di Matteo Vergine e del suo team fanno del “Grow” un ristorante di successo e in costante crescita.
Questo è il racconto di un giovane chef che, con determinazione e creatività, ha trasformato il suo sogno in realtà, dimostrando che la passione per la cucina e l’attenzione all’ambiente possono convergere in un’esperienza culinaria unica e indimenticabile.
La storia di successo di Matteo Vergine, giovane chef italiano premiato
«Cuociamo con il fuoco, la brace; ci riscaldiamo con la pompa di calore. Il gas è vietato» ha dichiarato Matteo Vergine, 27 anni, di Seregno, in un’intervista al Corriere. Il giovane chef ha ricevuto lo “Young Chef Award”, il premio per il miglior chef under 30 d’Italia, e in soli due anni di attività ha ottenuto la sua prima stella Michelin. Insieme a suo fratello Riccardo, gestisce il locale “Grow Restaurant” ad Albiate, in provincia di Monza, dimostrandosi un esempio di dedizione, passione e talento.
Il suo sogno di diventare chef nasce fin da piccolo, quando seguiva sua nonna ai fornelli. Dopo gli studi all’Alberghiero e l’esperienza accanto a chef esperti, ha deciso di intraprendere la carriera culinaria. Il progetto del ristorante “Grow” è nato nel 2019, ma è stato rallentato dalla pandemia, che li ha portati ad aprire inizialmente come panetteria nel giugno del 2020.
Il ristorante si contraddistingue per l’utilizzo di prodotti provenienti dal proprio orto e per la specializzazione nella carne di selvaggina, che ha fruttato loro la stella Michelin verde per la sostenibilità. Il pane è un elemento importante del locale, prodotto internamente e consegnato il sabato mattina come segno di gratitudine ai clienti che li hanno sostenuti.
La sostenibilità è al centro della filosofia del ristorante, che ha eliminato completamente l’uso del gas in cucina. Utilizzano il fuoco e la brace per cucinare, si riscaldano con la pompa di calore e hanno scelto un operatore che fornisce energia da fonti rinnovabili. Nonostante le sfide iniziali nell’utilizzo dell’acqua, hanno imparato a gestire le risorse in modo oculato per ridurre gli sprechi.
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