“Evitiamo un’ Italia divisa in due velocità”, afferma Schifani
Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha commentato la sentenza della Consulta sulla riforma Calderoli, definendola come un percorso da compiere e non una vittoria o sconfitta. La Corte Costituzionale ha sanzionato la proposta, ridimensionando il trasferimento delle competenze alle Regioni e la possibilità di intese tra governi nazionali e regionali. Schifani si sente più sereno dopo la sentenza e si augura una riforma con maggiore condivisione, senza contrapposizioni. La sentenza potrebbe portare a un lavoro più collaborativo anche con l’opposizione, per una riforma che aiuti l’intero Paese a crescere.
La posizione di Renato Schifani sulla sentenza della Consulta
Renato Schifani, presidente della Regione Siciliana, ha espresso la sua opinione sulla sentenza della Consulta che ha riguardato l’autonomia differenziata. Secondo lui, la questione della siccità, e quindi la preparazione per il prossimo anno, sono temi più urgenti ed importanti rispetto all’autonomia differenziata. Inoltre, ha sottolineato che la sentenza della Consulta non deve essere vista come una vittoria o una sconfitta, ma come un percorso da seguire.
Schifani ha evidenziato che la Corte Costituzionale ha sanzionato la proposta per il 50%, e che è necessario prendere atto dei rilievi fatti. Ha indicato che la riforma Calderoli è stata cassata nei punti salienti, come il trasferimento delle competenze alle Regioni e la possibilità di intese tra governi nazionali e regionali. Inoltre, ha notato che la sentenza è stata chiara sui Lep, dimostrando comprensione verso i leghisti che difendono la propria riforma.
Il governatore del Sud ha dichiarato di sentirsi più sereno dopo la sentenza della Consulta, poiché già in passato aveva sollecitato l’attenzione sull’autonomia speciale. Schifani ha affermato che la sentenza ha supplito la mancanza di attenzione sull’osservatorio dei Lep e non teme che possa minare la compattezza della maggioranza, in quanto la riforma dell’autonomia affronta tematiche strategiche che coinvolgono tutto il Paese.
Infine, Schifani ha espresso la speranza che la riforma dell’autonomia possa essere condivisa anche dall’opposizione, auspicando che diventi uno strumento di crescita per l’intero Paese. Evidenziando l’importanza della responsabilità e della necessità di prendere atto dei richiami, il presidente della Regione Siciliana si apre a una riforma che possa unire e favorire lo sviluppo di tutta l’Italia.
La posizione del presidente della Regione Siciliana sulla sentenza della Consulta
Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha dichiarato che attualmente si sta concentrando su questioni più urgenti rispetto all’autonomia differenziata. In particolare, sta lavorando per fronteggiare la siccità in corso e per prepararsi a quella dell’anno successivo. Non considera la recente sentenza della Consulta come una vittoria o una sconfitta, ma piuttosto come un percorso da seguire.
Schifani ritiene che la Corte Costituzionale abbia giustamente contestato alcune disposizioni della riforma Calderoli, puntando a un miglioramento della proposta. La riduzione dei trasferimenti di competenze alle Regioni e la limitazione delle intese tra governi nazionali e regionali sono state considerate aspetti critici della riforma. Tuttavia, il presidente sottolinea che non si tratta di una questione di bianco o nero.
Il governatore del Sud si sente più tranquillo dopo la sentenza della Consulta, in quanto ritiene che la proposta di un’autonomia speciale regionale venga meglio preservata. Schifani ha sempre sostenuto la creazione di un osservatorio sui Lep e ora riconosce che la sentenza ha in parte supplito a questa necessità. Non teme che la sentenza possa minare la compattezza della maggioranza, poiché ritiene che la riforma dell’autonomia sia un bene per l’intero Paese.
Infine, Schifani auspica che la riforma dell’autonomia differenziata possa essere realizzata con maggiore condivisione, coinvolgendo anche l’opposizione. Il suo obiettivo è che la riforma non sia politicizzata, ma che possa realmente contribuire alla crescita e al benessere del Paese.
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