Testa di Diana consegnata al museo archeologico di Venezia dai Carabinieri

Testa di Diana consegnata al museo archeologico di Venezia dai Carabinieri

Nel primo secolo d.C., una statua di Diana o Afrodite, considerata esclusiva per il suo stile, adornava una residenza romana. Dopo essere stata ritrovata in un campo toscano e custodita in segreto per decenni, la testa è stata scoperta nella cantina di un’abitazione a Mestre. Grazie all’intervento dei Carabinieri, il bene è stato sequestrato e ora è di proprietà dello Stato. La testa, di probabile origine romana, è stata consegnata ai Musei archeologici di Venezia e della Laguna. Il ritrovamento è stato elogiato come un risultato eccezionale, dimostrando l’importanza del lavoro dei Carabinieri nella tutela del patrimonio culturale italiano.

La testa di Diana ritrovata a Venezia

Nel primo secolo d.C., una grande statua raffigurante Diana o Afrodite decorava una ricca casa privata o un impianto termale di età imperiale. La dea era riconoscibile per la sua acconciatura elaborata, mai vista nelle rappresentazioni di persone comuni, evidenziando il suo carattere esclusivo.

Dopo secoli, la testa in marmo greco della dea è stata ritrovata in un campo agricolo in Toscana negli anni ’50 – ’60, ma il suo ritrovamento non è mai stato denunciato alle autorità. Solo di recente, la testa di Diana è stata scoperta nella cantina di un’abitazione a Mestre da un erede ignaro, che ha denunciato il ritrovamento.

Il Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale del Nucleo di Venezia ha rivelato che la testa di Diana è passata di mano in mano ed è stata oggetto di ricettazione. Il bene è stato sequestrato ed è attualmente di proprietà dello Stato. La testa di fattura romana, probabilmente proveniente da una bottega del centro Italia, è stata consegnata ai Musei archeologici di Venezia e della Laguna.

La direttrice dei Musei archeologici, Marianna Bressan, ha dichiarato che il ritrovamento della testa di Diana è una notizia eccezionale. Il Comune di Venezia ha ringraziato il Comando Carabinieri per il lavoro svolto nell’individuare e proteggere il patrimonio culturale. Il Nucleo dei Carabinieri a tutela del patrimonio culturale italiano è riconosciuto a livello internazionale e gestisce una banca dati con oltre 7 milioni di beni censiti, rappresentando un punto di riferimento nel settore.

Recupero e restituzione di una statua romana a Venezia

Nel primo secolo d.C., una statua raffigurante Diana o Afrodite adornava una residenza privata o un complesso termale nella prima età imperiale. La dea presentava un’acconciatura elaborata, segno distintivo della sua divinità e esclusività, mai vista nelle rappresentazioni di persone comuni. Dopo secoli di smarrimento, la testa scolpita in marmo greco è stata rinvenuta in un campo agricolo in Toscana negli anni ’50 e ’60, ma il ritrovamento non è stato mai segnalato alle autorità.

Successivamente, la testa di Diana è stata scoperta casualmente nella cantina di una casa a Mestre, da parte di un erede all’oscuro della sua importanza storica. Il cittadino che ha trovato la statua ha finalmente denunciato il ritrovamento alle autorità competenti, che hanno identificato una serie di scambi illegali del manufatto, tutti riconducibili alla ricettazione. Di conseguenza, la statua è stata sequestrata e è ora di proprietà dello Stato.

Oggi, la testa di Diana, di probabile origine romana e proveniente da una bottega del centro Italia, è stata consegnata ai Musei archeologici di Venezia e della Laguna. In una conferenza stampa presso il Museo di piazza San Marco, la direttrice dei Musei archeologici Marianna Bressan ha accolto con entusiasmo il ritrovamento, definendolo una notizia eccezionale. I rappresentanti del Nucleo Tutela Beni Culturali dei Carabinieri e delle istituzioni veneziane hanno elogiato il lavoro svolto per recuperare e restituire un bene così prezioso alla sua sede originaria.

Il Nucleo dei Carabinieri a tutela del patrimonio culturale italiano è riconosciuto a livello internazionale e gestisce una vasta banca dati con più di 7 milioni di beni censiti. Questo episodio sottolinea l’importanza del lavoro svolto dai Carabinieri nel preservare il patrimonio culturale italiano e internazionale, contribuendo a combattere il traffico illecito di opere d’arte e ad assicurare che esse tornino al loro legittimo contesto storico e museale.

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