Alessandro Impagnatiello condannato all’ergastolo per il femminicidio di Giulia Tramontano

Alessandro Impagnatiello condannato all’ergastolo per il femminicidio di Giulia Tramontano

Il Tribunale di Milano ha emesso una sentenza di ergastolo per Alessandro Impagnatiello, colpevole dell’omicidio di Giulia Tramontano, incinta di sette mesi, uccisa con 37 coltellate. I giudici hanno stabilito un risarcimento provvisionale di 200.000 euro ai genitori e 150.000 euro al fratello e alla sorella di Giulia. La madre e il padre della vittima hanno espresso il dolore per la perdita. La sorella di Giulia ha ricordato la gentilezza della vittima e ha lanciato un appello per un cambio culturale contro la violenza di genere. La famiglia ha partecipato a un flash mob per ricordare Giulia e il suo bambino non nato.

La sentenza di ergastolo per l’omicidio di Giulia Tramontano

Nella Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, il Tribunale di Milano ha emesso una sentenza di ergastolo per Alessandro Impagnatiello, riconosciuto colpevole dell’omicidio pluriaggravato della compagna Giulia Tramontano. La donna, incinta di sette mesi, è stata brutalmente uccisa con 37 coltellate il 27 maggio 2023 nella loro abitazione a Senago.

Oltre alla pena massima, i giudici hanno disposto tre mesi di isolamento diurno e un risarcimento provvisionale alla famiglia della vittima: 200.000 euro ciascuno ai genitori e 150.000 euro rispettivamente al fratello e alla sorella di Giulia. Impagnatiello, rimasto impassibile durante la lettura della sentenza, è stato descritto come freddo e distaccato anche nel corso del processo.

Alla lettura della sentenza la madre di Tramontano, Loredana Femiano, è scoppiata in un pianto liberatorio: “Abbiamo perso tutto: una figlia, un nipote e la nostra vita stessa”, ha dichiarato la madre, mentre il padre ha aggiunto: “Non abbiamo vinto, abbiamo perso in tutto.”

Chiara Tramontano, sorella di Giulia, ha ricordato il carattere gentile della vittima: “Lei entrava in punta di piedi nella vita delle persone. Anche quando il suo cuore era distrutto, pensava a proteggere un’altra donna”. Rivolgendosi al pubblico, ha lanciato un appello per un’educazione sociale che inizi dalla famiglia, sottolineando la necessità di un cambiamento culturale per prevenire la violenza di genere.

Giulia Tramontano: giustizia per una vita spezzata

Il Tribunale di Milano ha emesso una sentenza di ergastolo per Alessandro Impagnatiello, colpevole dell’omicidio pluriaggravato di Giulia Tramontano, uccisa brutalmente con 37 coltellate nella sua abitazione a Senago. La pena massima è stata accompagnata da tre mesi di isolamento diurno e un risarcimento provvisorio alla famiglia della vittima.

Durante la lettura della sentenza, la madre di Tramontano non ha potuto trattenere le lacrime, esprimendo il dolore di aver perso non solo una figlia, ma anche un nipote e la propria vita. Il padre, affranto, ha sottolineato la devastante perdita subita dalla famiglia.

Chiara Tramontano, la sorella della vittima, ha voluto ricordare il lato gentile e altruista di Giulia, che pur attraverso il suo dolore, cercava di proteggere e aiutare gli altri. Ha lanciato un appello per un cambiamento culturale che inizi dall’istruzione familiare, per prevenire la violenza di genere e garantire alle donne una vita libera e sicura.

Dopo il verdetto, la famiglia di Tramontano ha partecipato a un flash mob fuori dal Palazzo di Giustizia di Milano, mostrando uno striscione dedicato alla vittima e al suo bambino mai nato. Hanno ribadito l’importanza di costruire una società che promuova il rispetto e la protezione delle donne, affinché il nome di Giulia e Thiago non vada dimenticato.

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