Uno su quattro italiani soffre di fegato grasso: Convegno CLEO

Uno su quattro italiani soffre di fegato grasso: Convegno CLEO

Aumentano diagnosi e ricoveri per patologie dismetaboliche del fegato in Italia, con un italiano su quattro affetto da fegato grasso. Rischi di grave danno epatico per chi è obeso o diabetico, con fino al 15% che sviluppa complicanze come cirrosi o epatocarcinoma. Previsto un significativo aumento dei casi di cirrosi e epatocarcinoma nei prossimi dieci anni. La prevenzione è fondamentale: alimentazione corretta, attività fisica, evitare fumo e alcol. Controlli periodici e nuove molecole farmacologiche possono rallentare l’evoluzione delle epatopatie. La lotta contro le patologie dismetaboliche del fegato richiede un approccio multidisciplinare e una precoce educazione alla salute.

Malattie dismetaboliche del fegato in aumento in Italia

Aumentano i casi di diagnosi e ricoveri legati a patologie dismetaboliche del fegato in Italia, con circa un italiano su quattro che soffre di fegato grasso. Il rischio di danno epatico grave è particolarmente alto per chi è affetto da obesità o diabete, con fino al 15% che sviluppa complicanze come cirrosi o epatocarcinoma. Studi recenti presentati nel XVI Convegno Nazionale del Club Epatologi Ospedalieri hanno evidenziato che da qui a dieci anni potrebbe esserci un significativo aumento dei casi di cirrosi e epatocarcinoma. Ogni anno in Italia ci sono 20mila decessi per malattie croniche del fegato.

La malattia dismetabolica del fegato è legata a fattori di rischio come l’obesità, una scorretta alimentazione, il diabete, alterazioni dei valori di trigliceridi o colesterolo e in alcuni casi anche la predisposizione genetica. Questi fattori possono portare a una steatosi epatica che, se non gestita correttamente, può progredire fino alla cirrosi epatica e al tumore del fegato. L’epidemiologia sta cambiando, con un aumento delle epatopatie dismetaboliche legate all’obesità, al diabete, agli stili di vita non corretti e al consumo di alcol.

La prevenzione e il controllo delle patologie dismetaboliche del fegato passano attraverso un’alimentazione corretta ispirata dalla dieta mediterranea, l’attività fisica, l’astensione dal fumo e dall’alcol. È fondamentale iniziare la prevenzione sin dalla scuola primaria, con programmi educativi e pasti sani. Chi ha familiarità con l’obesità o queste patologie deve effettuare controlli periodici della pressione arteriosa, degli indici glicemici e dei valori lipidici. La farmacologia offre nuove opportunità per rallentare l’evoluzione dell’epatopatia verso la cirrosi e l’epatocarcinoma.

La crescente preoccupazione legata alle patologie dismetaboliche del fegato in Italia

Le diagnosi e i ricoveri legati alle patologie dismetaboliche del fegato stanno aumentando in Italia, con circa un italiano su quattro che soffre di fegato grasso. Il rischio di gravi danni epatici è particolarmente alto per coloro che sono affetti da obesità o diabete, con fino al 15% che sviluppa complicanze come cirrosi o epatocarcinoma.

Le prospettive future sono particolarmente preoccupanti, con la stima che nei prossimi dieci anni ci potrebbe essere un significativo incremento dei casi di cirrosi e epatocarcinoma in Italia. Ogni anno attualmente si registrano 20mila decessi dovuti a malattie croniche del fegato nel nostro paese.

Recenti studi presentati nel XVI Convegno Nazionale del Club Epatologi Ospedalieri – CLEO hanno evidenziato le maggiori cause di epatopatia e i test diagnostici e gli approcci terapeutici più innovativi. La malattia dismetabolica del fegato è legata a fattori di rischio come l’obesità, una scorretta alimentazione, il diabete e alterazioni dei valori lipidici, oltre alla predisposizione genetica.

Il Presidente CLEO Rodolfo Sacco sottolinea l’importanza di affrontare questa crescente epidemiologia delle epatopatie dismetaboliche, legate all’obesità, al diabete, agli stili di vita poco salutari e all’alcol. È essenziale promuovere un’alimentazione corretta, l’attività fisica, evitare fumo e alcol e monitorare costantemente la pressione arteriosa e gli indici glicemici per prevenire l’evoluzione verso la cirrosi e l’epatocarcinoma.

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