Salvini avverte del rischio di suicidio dell’industria automobilistica europea a causa dei favoritismi verso la Cina
Durante il Consiglio Ue Trasporti a Bruxelles, il vicepremier Matteo Salvini ha criticato la proposta di Bruxelles di passare al 100% elettrico dal 2035, definendola un suicidio ambientale, sociale, politico e industriale. Ha proposto un equilibrio tra competitività e ambizione climatica insieme ad altri Paesi. Salvini ha avvertito dei rischi di tensioni sociali legate alla crisi dell’industria automobilistica e ha criticato la preferenza per l’elettrico cinese. Incontrando vari Paesi del Nord, ha sottolineato l’importanza di difendere l’industria europea e italiana contro la concorrenza cinese, con la Francia come principale avversario.
Salvini critica decisioni europee sul futuro dell’automotive
La conferenza stampa della Lega si è tenuta in un clima di forte critica da parte del vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, nei confronti delle decisioni prese dal Consiglio Ue Trasporti riguardo al futuro dell’industria automobilistica. Salvini ha definito tali decisioni un “suicidio ambientale, sociale, politico e industriale”, sottolineando la proposta italiana di rivedere i piani di Bruxelles riguardo alla transizione verso il 100% di veicoli elettrici entro il 2035. Ha inoltre messo in guardia sulle possibili conseguenze sociali ed economiche che un cambiamento così repentino potrebbe comportare, sottolineando il rischio di favorire l’industria automobilistica cinese a discapito di quella europea.
Durante il Consiglio Ue Trasporti a Bruxelles, Salvini ha ribadito la necessità di trovare un equilibrio tra competitività e sostenibilità ambientale nell’industria automobilistica, criticando la determinazione della Francia nel mantenere l’obiettivo del 100% di veicoli elettrici entro il 2035. Il ministro ha evidenziato la sua volontà di difendere il lavoro italiano ed europeo da decisioni che potrebbero mettere a rischio il settore automobilistico e favorire l’espansione dell’industria cinese.
Salvini ha già avviato una serie di incontri bilaterali con diversi Paesi europei per discutere il tema del futuro dell’automotive e ribadire la sua posizione contraria alla transizione troppo rapida verso i veicoli elettrici. Le critiche del vicepremier si concentrano sulla necessità di proteggere l’industria europea dall’aggressiva concorrenza cinese e sugli impatti che decisioni affrettate potrebbero avere sull’occupazione e sull’economia del Vecchio Continente.
Salvini critica le politiche ambientali europee durante il Consiglio Ue Trasporti
La conferenza stampa della Lega è stata il palcoscenico per le forti critiche del vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini nei confronti delle politiche ambientali europee riguardanti il settore automobilistico. Durante il Consiglio Ue Trasporti a Bruxelles, Salvini ha definito tali politiche “un suicidio ambientale, sociale, politico e industriale”. Ha inoltre ricordato la proposta italiana di novembre insieme a Repubblica Ceca, Bulgaria, Polonia, Romania e Slovacchia, volta a rivisitare i piani di Bruxelles che prevedono una transizione al 100% elettrico entro il 2035, per trovare un equilibrio tra competitività e ambizione climatica.
Il ministro ha sottolineato che in assenza di un cambiamento rapido, le città europee affronteranno grandi tensioni sociali a causa della crisi dell’industria automobilistica. Salvini ha evidenziato il pericolo di favorire l’elettrico cinese a discapito del settore automobilistico europeo, definendo tale tendenza un rischio suicidio per il Vecchio Continente. Questi temi erano già stati discussi con il commissario ai Trasporti Apostolos Tzitzikostas e verranno ribaditi durante i bilaterali con i Paesi del Nord, inclusi Danimarca e Svezia.
La Francia, invece, si è mostrata determinata a perseguire la transizione al 100% elettrico entro il 2035. Salvini ha commentato che, nonostante ci siano Paesi che difendono il lavoro europeo, molti rischiano di distruggere l’industria automobilistica per motivi ideologici, di arroganza o di ignoranza, a vantaggio della Cina. La battaglia per preservare l’industria dei motori rimane ancora aperta.
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