Premier League, la federazione chiede ai calciatori gay di fare outing

Premier League, la federazione chiede ai calciatori gay di fare outing

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Coming out di gruppo. È questa la proposta di Greg Clarke, presidente della Federcalcio inglese (Fa), per far uscire allo scoperto i calciatori gay.

Clarke, fino a qualche tempo fa era molto conservatore su questo tema ma lo scandalo dei club coinvolti nella vicenda degli abusi sessuali commessi a danno dei giovani calciatori degli anni 70 e 80, gli ha fatto cambiare idea. “La mia proposta è questa: se un certo numero di calciatori di alto livello vogliono dichiararsi gay, perché non farlo insieme? Una persona non dovrebbe affrontare tutta la pressione da solo ma la condividerebbe con altri”, spiega il presidente della Fa.

L’iniziativa, spiega Clarke al Times, potrebbe contare sull’appoggio non solo della Fa ma anche della Premier League e della Football League. “A inizio stagione – aggiunge Clarke – tutti i tifosi sono convinti che sarà la loro annata e pensano positivo: sosterrebbero i giocatori gay nei loro club, ma sono preoccupato di cosa urlerebbero contro i gay delle altre squadre”. Clarke racconta di aver recentemente incontrato alcuni calciatori omosessuali ma di non aver ricevuto il sostegno che sperava perché molti “sono felici come sono, e non si preoccupano di come possano stare altri colleghi. Non voglio costringere nessuno a uscire allo scoperto, deve essere una scelta personale”.

Thomas Hitzlsperger, ex Bayern, Aston Villa e Lazio, uno dei pochi che ha avuto il coraggio di fare coming out, racconta: “In Inghilterra, Germania o Italia la questione dell’omosessualità non è presa sul serio, soprattutto negli spogliatoi, e non è una bella cosa. Io non mi sono mai vergognato di essere quello che sono, ma non è stato facile sedersi a un tavolo con venti giovani uomini e ascoltare barzellette sui gay: essere omosessuale è un argomento tabù nel calcio”. In Italia, nonostante l’appello dell’ex c.t. Cesare Prandelli («L’omofobia è razzismo: calciatori, fate coming out…») nessuno si è esposto. “Mi piace pensare che nel 2017 ciascuno si senta liberamente se stesso nell’ambiente in cui lavora — spiega al Corriere della Sera Damiano Tommasi, presidente dell’Assocalciatori —. Credo che siamo a buon punto. I tempi sono cambiati, la società pure”.

 

Italia senza outing
In Italia, nonostante l’appello dell’ex c.t. Cesare Prandelli («L’omofobia è razzismo: calciatori, fate coming out…») nessuno. «Mi piace pensare che nel 2017 ciascuno si senta liberamente se stesso nell’ambiente in cui lavora — spiega Damiano Tommasi, presidente dell’Assocalciatori —. Credo che siamo a buon punto. I tempi sono cambiati, la società pure». Se lo immagina, Tommasi, un coming out di massa in serie A? «Con quale obiettivo? Dove si vuole arrivare? Farne un evento, proprio no. E sinceramente credo non sia lo scopo nemmeno degli inglesi».

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