Le mafie: una potente industria che genera 40 miliardi di affari all’anno in Italia.

Le mafie: una potente industria che genera 40 miliardi di affari all’anno in Italia.

Il volume d’affari annuo delle mafie italiane si aggira attorno ai 40 miliardi l’anno, equivalente a due punti di PIL. Le attività criminali includono il narcotraffico, il traffico d’armi, la gestione illegale dei rifiuti e altro ancora. Le estorsioni ai danni degli imprenditori sono in forte aumento, registrando un aumento del 66,2% negli ultimi dieci anni. La diffusione territoriale delle imprese contigue alle organizzazioni criminali è concentrata nelle grandi aree metropolitane come Napoli, Roma e Milano. All’interno del paese, il Nord ha registrato il più alto numero di denunce per estorsione nel 2023, con Bolzano e Belluno in cima alla lista per la crescita percentuale.

Il volume d’affari delle mafie in Italia

Il fatturato annuo delle mafie italiane si aggira intorno ai 40 miliardi di euro, quasi equiparabile a due punti del Pil nazionale. Secondo i dati dell’Ufficio studi della Cgia, se confrontato con le entità più importanti del paese come l’Eni, l’Enel e il GSE, il volume d’affari delle mafie si posiziona al quarto posto. Tuttavia, è importante sottolineare che questo dato potrebbe essere sottostimato, poiché non tiene conto dei proventi derivanti dall’infiltrazione delle organizzazioni criminali nell’economia legale.

L’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia ha individuato circa 150.000 imprese in Italia che potenzialmente possono essere collegate alla criminalità organizzata. Le aree metropolitane come Napoli, Roma e Milano sono tra le più a rischio, concentrandosi il 34% delle imprese in queste città. Le attività criminali delle mafie includono il narcotraffico, il traffico d’armi, lo smaltimento illegale dei rifiuti e molte altre.

Le estorsioni sono tra le attività più remunerative delle mafie, con un forte aumento delle denunce negli ultimi dieci anni. Al Nord, il fenomeno estorsivo si sta diffondendo attraverso metodi più subdoli, come l’imposizione di servizi o forniture alle imprese. Nel 2023, il Mezzogiorno ha registrato il numero più alto di denunce per estorsione, seguito dal Nordovest, Centro e Nordest.

Le province con le variazioni di crescita più significative includono Bolzano, Belluno, Verbano-Cusio-Ossola, Benevento e Ferrara. In termini assoluti, la Città Metropolitana di Roma ha registrato il maggiore numero di denunce per estorsione nel 2023, seguita da Napoli, Milano, Torino e Bologna.

Il volume d’affari delle mafie italiane

Il volume d’affari annuo delle mafie italiane si aggira intorno ai 40 miliardi di euro, equivalente a circa due punti del Pil nazionale. Questa cifra colloca l’industria del crimine ipoteticamente al quarto posto tra le entità economiche più rilevanti in Italia, dopo Eni, Enel e il Gestore dei Servizi Energetici (GSE). Tuttavia, va sottolineato che questa stima potrebbe essere sottostimata a causa della difficoltà nel misurare i vantaggi ottenuti dall’infiltrazione delle mafie nell’economia legale.

L’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) della Banca d’Italia ha mappato almeno 150.000 imprese in Italia potenzialmente contigue a contesti di criminalità organizzata, basandosi su segnalazioni e dati acquisiti da varie fonti istituzionali. Le grandi aree metropolitane, come Napoli, Roma e Milano, presentano il maggior numero di imprese a rischio, con oltre il 34% del totale nazionale concentrato in queste città.

Le principali attività criminali delle mafie includono il narcotraffico, il traffico d’armi, lo smaltimento illegale dei rifiuti, gli appalti pubblici, le scommesse clandestine e molto altro. Le estorsioni rappresentano una delle attività più remunerative, mirando spesso agli imprenditori come vittime. Negli ultimi dieci anni, le denunce per estorsione sono aumentate del 66,2%, mentre il totale dei reati denunciati è diminuito del 19%.

La Dia segnala un diffondersi delle estorsioni senza ricorrere alla violenza esplicita, cercando piuttosto una “complicità” con le vittime attraverso proposte di collaborazione vantaggiose per entrambe le parti. Nel 2023, il Mezzogiorno ha registrato il maggior numero di denunce, seguito dal Nordovest, Centro e Nordest. Alcune province come Bolzano, Belluno e Benevento hanno visto un significativo aumento delle denunce, evidenziando la diffusione del fenomeno a livello territoriale.

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