“C’è ancora domani” non è eleggibile per il premio come Miglior Film agli Oscar
Il film “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi è stato un grande successo cinematografico del 2023 in Italia, con oltre 5 milioni di biglietti venduti e un incasso di oltre 36 milioni di euro. Nonostante il film sia stato erroneamente annunciato come possibile candidato agli Oscar, non può concorrere nella categoria Miglior film a causa di requisiti rigidi riguardanti rappresentanza e inclusione. Queste regole, chiamate Representation and Inclusion Standards (RAISE), hanno creato dibattiti sul loro impatto nel mondo cinematografico. Nonostante ciò, “C’è ancora domani” può essere considerato per altre categorie come Miglior sceneggiatura, Miglior regia e Miglior attrice protagonista.
Candidatura agli Oscar e i criteri di inclusione: il caso di “C’è ancora domani”
Il film “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi è stato uno dei successi cinematografici del 2023, con un grande numero di spettatori e incassi record. Tuttavia, nonostante le voci di una possibile candidatura agli Oscar, il film non è riuscito ad ottenere una nomination come Miglior film a causa dei criteri di inclusione stabiliti dall’Academy.
Per essere considerati eleggibili per l’Oscar, i film devono rispettare rigidi standard di rappresentanza e inclusione. Questi standard, noti come Representation and Inclusion Standards (RAISE), richiedono la presenza di personaggi e membri della troupe appartenenti a categorie sotto-rappresentate, nonché opportunità di formazione e presenza nelle attività di marketing e distribuzione.
Pur essendo stato incluso nella lista dei film eleggibili, “C’è ancora domani” non è riuscito a soddisfare i requisiti di inclusione richiesti dalla regola 19 dell’Academy. Questo ha portato all’esclusione del film dalla nomination come Miglior film, un destino condiviso dal 36% dei film eleggibili.
Il dibattito sulla validità dei criteri di inclusione negli Oscar continua a dividere le opinioni. Mentre alcuni vedono questi standard come un passo importante verso l’inclusione di categorie marginalizzate, altri li criticano come un’azione di “pink washing” politicamente corretta. “C’è ancora domani” rimane comunque candidato in altre categorie agli Oscar, insieme a altri film italiani che rappresenteranno il cinema nazionale nella corsa per il prestigioso premio.
La non candidatura di “C’è ancora domani” agli Oscar
Nonostante il grande successo di “C’è ancora domani” nelle sale cinematografiche italiane nel 2023, il film di Paola Cortellesi non è riuscito ad ottenere una candidatura agli Oscar. Con un numero impressionante di spettatori e incassi record, la pellicola è stata considerata eleggibile dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, ma non ha soddisfatto tutti i criteri necessari per concorrere come Miglior film.
La regola principale per essere considerati eleggibili agli Oscar prevede che il film sia stato proiettato in diverse città degli Stati Uniti per almeno una settimana. Anche se molti film soddisfano questo requisito, non tutti riescono a rispettare i criteri più rigidi per la candidatura come Miglior film, introdotti tramite i Representation and Inclusion Standards (RAISE).
Questi standard richiedono una rappresentanza significativa di minoranze sia tra i personaggi principali che nella troupe e nelle aree di marketing e distribuzione del film. Il mancato rispetto di almeno due di questi criteri potrebbe aver contribuito all’esclusione di “C’è ancora domani” dalla lista dei possibili candidati come Miglior film agli Oscar.
Sebbene la questione dei RAISE possa suscitare dibattiti sul loro reale intento e impatto nel mondo cinematografico, rimane il fatto che la non candidatura di “C’è ancora domani” rappresenta un esempio delle sfide e delle restrizioni che i film devono affrontare per essere considerati per uno dei premi più prestigiosi dell’industria cinematografica.
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