Malta: cambiamenti radicali per i lavoratori dei Paesi terzi

Malta: cambiamenti radicali per i lavoratori dei Paesi terzi

Il Governo maltese ha annunciato riforme radicali per regolare l’assunzione di lavoratori stranieri da parte delle aziende, al fine di prevenire sfruttamenti e garantire la coesione sociale. Le nuove normative prevedono limiti alle assunzioni di cittadini di paesi terzi e maggiori garanzie per coloro che perdono il lavoro. Le imprese con alti tassi di licenziamento non potranno più impiegare lavoratori extracomunitari, mentre le pratiche di reclutamento saranno regolamentate. I costi per i permessi di lavoro verranno stabiliti e i pagamenti degli stipendi dovranno avvenire tramite bonifici bancari. L’obiettivo è favorire la stabilità nel settore e garantire trasparenza e conformità contrattuale.

Riforme radicali del Governo maltese per la politica di migrazione del lavoro

Il Governo maltese ha recentemente annunciato una serie di riforme radicali che mirano a bilanciare le esigenze economiche con le crescenti preoccupazioni pubbliche sullo sfruttamento dei lavoratori stranieri e sulla coesione sociale. Una delle principali misure prevede l’esclusione delle aziende dall’assunzione di lavoratori di paesi terzi in caso di licenziamenti indiscriminati. Questa decisione fa parte di un documento di consultazione che include 32 raccomandazioni sulla politica di migrazione del lavoro.

La consultazione pubblica rimarrà aperta fino al 9 febbraio, con l’obiettivo di implementare le nuove norme entro la fine dell’anno. Il ministro degli Interni e dell’Occupazione, Byron Camilleri, ha annunciato che le piccole imprese con alti tassi di cessazione del rapporto di lavoro non potranno più impiegare lavoratori extracomunitari, rendendo difficile per loro superare il test delle esigenze del mercato del lavoro.

La nuova politica prevede anche un periodo di tolleranza esteso a 60 giorni per i lavoratori stranieri che perdono il lavoro, consentendo loro di trovare un nuovo impiego. Inoltre, le pratiche di reclutamento saranno regolamentate, con annunci di lavoro obbligatori sulla piattaforma EURES dell’Unione europea. La politica introduce anche una struttura di tariffe per i permessi di lavoro, con costi differenziati per le prime richieste e i rinnovi.

Un’altra novità riguarda i pagamenti degli stipendi ai cittadini di paesi terzi, che dovranno essere effettuati tramite bonifici bancari per garantire trasparenza e conformità contrattuale. Inoltre, i datori di lavoro dovranno fornire prove dettagliate delle qualifiche, dell’esperienza e delle competenze linguistiche dei candidati. Infine, la politica prevede limiti sul numero di cittadini di paesi terzi che le aziende possono assumere, basati su una percentuale fissa della forza lavoro attuale.

Riforme radicali nel settore del lavoro a Malta

Il Governo maltese ha presentato una serie di riforme radicali volte a regolare l’assunzione di lavoratori di paesi terzi da parte delle aziende, in risposta a preoccupazioni crescenti riguardo allo sfruttamento dei lavoratori stranieri e alla coesione sociale. Queste misure sono contenute in un documento di consultazione sulla politica di migrazione del lavoro, che include 32 raccomandazioni per bilanciare le esigenze economiche con le questioni sociali. La consultazione pubblica rimarrà aperta fino al 9 febbraio, con l’obiettivo di attuare le riforme entro la fine dell’anno.

Una delle principali novità è l’introduzione di una periodicità estesa di 60 giorni per i lavoratori stranieri che perdono il lavoro, rispetto al mese attuale, per trovare un nuovo impiego. Inoltre, le pratiche di reclutamento saranno regolamentate e sarà obbligatorio pubblicare gli annunci di lavoro sulla piattaforma EURES dell’Unione europea. Per garantire stabilità nel settore, è stata introdotta una struttura tariffaria per i permessi di lavoro, con tariffe di primo rilascio a 600 euro e tariffe di rinnovo annue ridotte a 150 euro.

A partire da quest’anno, tutti i pagamenti degli stipendi ai cittadini di paesi terzi dovranno essere effettuati tramite bonifici bancari, al fine di garantire trasparenza e conformità contrattuale. Inoltre, i datori di lavoro dovranno fornire prove dettagliate delle qualifiche, dell’esperienza e delle competenze linguistiche dei candidati. La politica prevede anche limiti alle candidature per la forza lavoro, vincolando il numero di lavoratori di paesi terzi che le aziende possono assumere a una percentuale fissa della loro attuale forza lavoro.

Non perderti tutte le notizie dal mondo su Blog.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *