La Corte Suprema degli Stati Uniti intende vietare TikTok

La Corte Suprema degli Stati Uniti intende vietare TikTok

La Corte Suprema degli Stati Uniti sta considerando il divieto di TikTok per motivi di sicurezza nazionale legati alla Cina. L’avvocato dei creatori dell’app ha difeso il diritto al lavoro e alla libertà di espressione. Il governo statunitense sostiene che TikTok rappresenti una minaccia a causa del controllo cinese e della raccolta di dati personali. Non ci sono prove pubbliche di manipolazioni cinesi tramite TikTok, ma sono stati segnalati casi di influenze esterne su social media. I giudici sembrano inclini a confermare la legge “vendi o vieta” per regolare il controllo straniero sull’app popolare. Trump ha chiesto una sospensione della legge per trovare una soluzione politica. La Corte Suprema deve decidere rapidamente prima del 19 gennaio.

La Corte Suprema degli Stati Uniti discute il divieto di TikTok

La discussione riguardo al divieto di TikTok, imposta a causa delle preoccupazioni legate ai suoi legami con la Cina, continua a tenere banco nella Corte Suprema degli Stati Uniti. I giudici si sono mostrati propensi a confermare tale divieto durante le udienze di oggi, ponendo diverse domande all’avvocato dell’app di social media Jeffrey Fisher e a un gruppo di creatori di contenuti.
Jeffrey Fisher ha sottolineato l’importanza del primo emendamento e il diritto dei creatori americani di lavorare con l’editore di loro scelta. Il presidente della Corte Suprema, Josh G. Roberts, ha espresso preoccupazione riguardo alla raccolta di informazioni da parte di un “avversario straniero” su milioni di persone che utilizzano TikTok negli Stati Uniti.
Secondo il procuratore generale Elizabeth Prelogar, rappresentante dell’amministrazione Biden, il controllo del governo cinese su TikTok costituisce una minaccia per la sicurezza nazionale in quanto l’app raccoglie grandi quantità di dati personali che potrebbero essere consegnati al governo cinese.
Durante le argomentazioni, la Corte Suprema ha considerato seriamente la possibilità di confermare la legge “vendi o vieta”, approvata dal Congresso, non come una violazione del primo emendamento, ma come un tentativo di regolamentare il potenziale controllo straniero su un’app con milioni di utenti americani. Il presidente eletto Donald Trump ha chiesto alla Corte Suprema di sospendere l’applicazione della legge per trovare una soluzione politica alla questione.

La Corte Suprema degli Stati Uniti si avvicina alla conferma del divieto di TikTok

La maggioranza della Corte Suprema degli Stati Uniti sembra incline a confermare il controverso divieto di TikTok, motivata dalle preoccupazioni riguardanti i legami dell’app con la Cina. Durante le udienze, i giudici hanno posto diverse domande agli avvocati dell’app di social media, mettendo in discussione il rispetto del primo emendamento e l’importanza della sicurezza dei dati.

L’avvocato Jeffrey Fisher, professore di legge alla Stanford che rappresenta i creatori di TikTok, ha difeso il diritto dei creatori americani di lavorare con l’editore di loro scelta sottolineando l’importanza del primo emendamento. Tuttavia, il presidente della Corte Suprema ha espresso preoccupazione riguardo alla raccolta di informazioni da parte di un “avversario straniero” su milioni di utenti americani della piattaforma.

Il procuratore generale Elizabeth Prelogar, che rappresenta l’amministrazione Biden, ha evidenziato il controllo esercitato dal governo cinese su TikTok come una minaccia alla sicurezza nazionale, sottolineando il rischio di consegna dei dati personali al governo cinese. Tuttavia, fino ad ora non sono state presentate prove pubbliche che dimostrino l’uso di TikTok per influenzare gli americani.

Durante le argomentazioni, la Corte Suprema sta considerando seriamente l’opzione di confermare la legge “vendi o vieta” come un tentativo di regolamentare il potenziale controllo straniero su un’app utilizzata da milioni di americani. Il presidente eletto Donald Trump ha chiesto alla Corte di sospendere l’applicazione della legge per cercare una soluzione politica alla questione. La decisione della Corte è attesa prima del 19 gennaio, data in cui la legge dovrebbe entrare in vigore, a meno che non venga bloccata temporaneamente.

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