Selvaggia Lucarelli chiama un fan: “Sei un cagasotto”
Caos social su Facebook, il focolare è il profilo personale di Selvaggia Lucarelli (clicca QUI per la fotogallery). La giornalista ha accusato alcune pagine e gruppi Facebook, rendendone pubblici i nomi, di invogliare alla violenza sulle donne, tramite gravi insulti al pubblico femminile ed a lei in particolare. L’opinionista de “Il fatto quotidiano” ha pubblicato gli screenshots degli improperi sessisti, rendendo pubblici i nomi degli autori, fino ad intervenire in prima persona chiamando al cellulare i diretti interessati.
Una campagna contro il maschilismo e la strumentalizzazione del corpo femminile che la Lucarelli porta avanti da tempo, chiedendo una regolamentazione dei social network che tarda ad arrivare. Un buco nella legge, che permette a chiunque di esprimersi come voglia tra insulti e minacce. Così, Selvaggia ha deciso di farsi “giustizia da sola”: pubblicando screen degli insulti ricevuti senza censurare i nomi dei mittenti, chiamando i diretti interessati al cellulare chiedendo “delucidazioni” o accusando i commentatori molesti alle loro famiglie ed ai datori di lavoro. Dall’arbitro sospeso dall’Aia dopo la chiamata della blogger, allo studente accusato ai genitori, fino al proprietario del bar la cui telefonata è stata pubblicata da lei su YouTube.
Giustizia privata in mancanza di una vera regolamentazione. I commenti al profilo della giornalista sono lo specchio del pensiero generale: tra chi appoggia la sua scelta e chi ne critica le modalità di denuncia. Selvaggia Lucarelli ha promesso che dedicherà due ore al giorno del suo tempo a scovare i “leoni da tastiera” e denunciarli alle famiglie, ai datori di lavoro ed alle autorità competenti, rendendo tutto sempre pubblico.