L’Ue inizia a scricchiolare, Draghi chiede “più Unione”
Serve un’Europa più unita. È questo il messaggio che ha voluto passasse Mario Draghi, presidente della banca centrale europea, alla conferenza di ieri. Meno egoismi, più integrazione finanziaria. Il messaggio sembra diretto proprio alla Germania di Angela Merkel, spesso non disposta al bene comune per un interesse personale.
Ci vuole più “Unione”, senza troppo badare agli interessi dei singoli paesi. Il presidente della Bce: “Divisi siamo deboli. Come abbiamo visto durante la crisi finanziaria un’integrazione finanziaria incompleta crea vulnerabilità ed è a rischio frammentazione”.
L’Europa è ancora un cantiere aperto, ancora troppo divisa e slegata, incapace di agire come un’unica cosa. Draghi prosegue: “Con l’unione bancaria stiamo gettando le basi per una futura integrazione finanziaria, ma per raggiungerla appieno bisogna allargare il quadro anche a una integrazione del mercato dei capitali”. L’unione bancaria è ancora, infatti, lontana dal suo completamento. La causa sono quegli “interessi dei singoli paesi” a cui non bisogna badare, a detta di Draghi. La Germania ha detto “no” allo scudo comune che avrebbe dovuto proteggere tutti i correntisti europei con depositi fino a 100 mila euro, nonostante il passaggio all’assicurazione unica non fosse previsto prima del 2024. Come si oppose anche alla mutualizzazione dei debiti, bocciando l’idea Eurobond che forse avrebbe potuto arginare la crisi finanziaria. L’integrazione del mercato dei capitali va eseguita al più presto. Bisogna agire subito.
L’Eurotorre, con sede a Francoforte, in Germania, ha messo più rattoppi ai ritardi comunitari e alle inadempienze dei governi sulle riforme. Draghi ora inizia ad avere i suoi dubbi e rappezzare non basta più. Serve unione, servono riforme, e bisogna farlo al più presto.