Ai migranti abiti e scarpe destinate ai terremotati

Ai migranti abiti e scarpe destinate ai terremotati

Un’altra storia di sprechi e mancati controlli, burocrazia e negligenze, che ha finito col penalizzare gli sfollati a causa del terremoto. Privandoli di scarpe, giacche e pantaloni che ora verranno indossati dagli immigrati.

Facciamo un passo indietro e torniamo ai drammatici momenti della scossa di magnitudo 6.3 che piegò il capoluogo abruzzese. Nel pieno dell’emergenza un’azienda d’abbigliamento statunitense «Vf International Sagl» fece un’ingente donazione destinata ai terremotati. Si trattava di 5.493 paia di calzature della «Vans», un vero e proprio tesoro in una situazione in cui un paio di scarpe avrebbero potuto fare davvero la differenza.

Gli scatoli con le scarpe sono stati affidati all’amministrazione del Comune di Poggio Picenze che, in attesa di poterle distribuire, le stipa nel bocciodromo del paese. Per qualche motivo, però, nessuno si occupa di consegnarle agli sfollati e così inizia uno spostamento infinito. Un viavai ingiustificato con l’unica conseguenza di far cadere nel dimenticatoio quei doni dal valore complessivo di 39.175 euro.

Solo nel febbraio dell’anno scorso gli agenti del Nipaf della Forestale si accorgono, casualmente, degli scatoloni colmi di beni intonsi e mai utilizzati. Solo pochi giorni fa – nel bel mezzo dell’emergenza neve che ha investito l’Abruzzo -, le autorità decidono di liberare le «Vans» dal blocco burocratico che le aveva imprigionate e di donarle ai bisognosi, ma non tutte ai terremotati.

Alcune scarpe, infatti, sono state destinate ad associazioni impegnate nell’emergenza del recente sisma del Centro Italia, ma la maggior parte sono finite alle associazioni che gestiscono l’accoglienza. E andranno così a rivestire i richiedenti asilo ospitati nei centri profughi dispersi in tutto l’Abruzzo.

Intanto la situazione dei terremotati in centro Italia è ancora drammatica, il gelo rende più difficile il ritorno alle attività, i moduli abitativi già consegnati non sono ancora sufficienti per ospitare tutti, senza contare i danni alle fattorie e ai bestiami a causa dell’ondata di freddo eccezionale.

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