Legge 104 e finti malati a lavoro costano al paese 4 miliardi l’anno
In Italia si sta registrando dal 2015 fino ad oggi un abuso di certificati medici e di legge 104 nel settore pubblico. Al paese tutto questo costa circa 4 miliardi l’anno.
La legge 104 è una norma che nasce per chi ha la necessità di assistere i familiari invalidi o anziani. Un permesso che permette di assentarsi per ore dal lavoro per dedicare del tempo a chi ha necessità di ricevere assistenza. La legge si è rivelata però una grossa spesa per lo stato di circa 3 miliardi l’anno. Molti dipendenti pubblici, dopo aver fatto richiesta sono stati scoperti in vacanza o a svolgere un altro lavoro in nero. Secondo un’indagine condotta dalla guardia di finanza, un dipendente pubblico della Campania, è stato sorpreso in vacanza a Miami senza aver mai dato assistenza al familiare ammalato.
La causa di tutto questo è data dalla semplicità con la quale oggi ci si assenta dal lavoro. Basta una leggera febbre o addirittura un incontro di calcio importante per rimanere a casa. A complicare la situazione anche la facilità con la quale i medici staccano i certificati di malattia. I lavoratori più pigri sfruttano anche le cosiddette “malattie strategiche”, quelle malattie che servono per allungare i ponti festivi o i weekend. Palermo è la città con il più alto numero di casi di malattie del genere.
Nel 2015 gli statali hanno totalizzato ben 30 milioni, 24 mila e 838 giorni di assenze per malattia, in media circa 10 giorni a persona. Che insieme a congedi, permessi della legge 104, scioperi e permessi vari portano il totale a 19,3 giorni di assenza media ogni anno. Nel settore pubblico c’è un tasso di assenteismo quasi il 50% più alto rispetto al settore privato. Confindustria ha calcolato che questa differenza costa allo stato 3,7 miliardi di euro. Il numero medio annuo di giorni di permesso nel settore pubblico è quattro volte superiore a quelli del privato: sino a 6 giorni contro 1,5.