Il mondo del 2050: l’Italia sempre più indietro, l’Asia avanza

Il mondo del 2050: l’Italia sempre più indietro, l’Asia avanza

Come sarà il mondo nel prossimo futuro e quali saranno le tendenze di crescita e sviluppo globale nel 2050?

Stando alla ricerca “Il Mondo nel 2050: come cambierà l’ordine economico globale entro il 2050?”, realizzata dagli economisti di PriceWaterhouseCoopers che ha provato a rispondere alla domanda sul futuro del pianeta analizzando le proiezioni della crescita potenziale del Pil delle 32 maggiori economie mondiali, che oggi rappresentano circa l’85% del PIL globale.

Un rapporto dal sapore amaro per l’Italia che oggi occupa il 12mo posto al mondo per produzione di ricchezza ma perderà tre posizioni già entro il 2030 per finire poi per essere superata da economie come Egitto, Turchia e Iran, quando nel 2050 scenderà addirittura al 21° posto.

Quindi: sempre più Asia nelle quote di prodotto lordo mondiale, e sempre più paesi con demografia, domanda interna e forza lavoro veementi. Tutto il contrario del Belpaese, che difatti – secondo una ricerca di Pwc – nel periodo vedrà le stime pro capite di Pil a parità di potere d’acquisto (Ppp) precipitare dal 12° al 21° posto nella graduatoria mondiale.

La ricerca, realizzata per la prima volta nel 2006, indica che entro il 2042 l’economia mondiale potrebbe raddoppiare di stazza, con tasso reale medio di crescita attorno al 2,5% da oggi al 2050. Questo aumento però sarà con apporti molto diversificati: il tasso medio di crescita delle principali sette economie emergenti (individuate in Brasile, Cina, India, Indonesia, Messico, Russia e Turchia), sarà circa il 3,5% annuo, oltre il doppio rispetto all’1,6% delle nazioni del G7 – Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti – quelle che storicamente hanno tenuto anche lo scettro economico e militare; ma già oggi non è più così e domani lo sarà meno ancora. Gli E7 batteranno i G7 sulla crescita economica.

Quanto agli altri paesi, quelli visti correre di più sono Vietnam, India e Bangladesh. Indonesia e Messico supereranno economie mature come Giappone, Germania, Regno Unito e Francia, mentre la Turchia tallonerà l’Italia, vista scendere dal 12° al 21° posto come potere d’acquisto. Guardando all’Africa, la Nigeria potrebbe guadagnare otto posizioni, andando a occupare il 14° posto entro il 2050, anche se dovrà prima diversificare le entrate petrolifere e consolidare istituzioni e infrastrutture. Anche il potenziale di Polonia e Colombia è visto bene: per Pwc sono le grandi economie che beneficeranno di una crescita più rapida nelle rispettive regioni, America Latina e Ue.

Secondo le proiezioni, dunque, entro il 2050 sei delle sette maggiori economie mondiali saranno rappresentate da paesi oggi classificati come emergenti. “Continueremo ad assistere allo spostamento dell’economia globale, che si allontana dalle economie avanzate consolidate a favore di quelle emergenti dell’Asia e non. Entro il 2050, gli E7 potrebbero rappresentare quasi il 50% del Pil mondiale, mentre la quota dei G7 scenderà a poco più del 20%”, spiega John Hawksworth, capoeconomista di PwC.

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