Vuole uccidere con il cianuro il Patriarca Elia II, fermato arciprete
Sembra la spy story di un film, invece è accaduto davvero. Nei giorni scorsi è stato fermato all’aeroporto di Tbilisi l’arciprete Giorgi Mamaladze in procinto di imbarcarsi per Berlino. Da un informatore è trapelato che il religioso doveva incontrare il patriarca della Chiesa georgiana Elia II che conosce bene.
L’uomo, 84 anni, si trova nella capitale tedesca per sottoporsi a un delicato intervento chirurgico. Ma quella di Mamaladze non è una visita di cortesia. Secondo il procuratore georgiano Irakli Shotadze, l’arciprete stava partendo per «uccidere una figura di spicco del clero».
«Abbiamo sventato un attacco contro il nostro Paese e un infido complotto contro la nostra Chiesa». A commentare l’accaduto si è scomodato perfino il primo ministro Giorgi Kvirikashvili.
Quando gli agenti fermano Mamaladze all’aeroporto, nel suo bagaglio trovano del cianuro. Il veleno, secondo la tv georgiana Rustavi 2, è destinato proprio al patriarca II. Durante la perquisizione i poliziotti vanno a colpo sicuro. Hanno avuto un’imbeccata da un informatore che dice di essere stato contatto da Mamaladze per acquistare il veleno.
Secondo la tv georgiana, nell’abitazione del giovane arciprete sono state trovate armi e munizioni. Nonostante gli indizi e pur rischiando un massimo di 15 anni, lunedì Mamaladze si è dichiarato innocente di fronte al giudice. Ma, in attesa del processo, è chiaro come il tentato omicidio farà discutere ancora il Paese.
Il patriarca II è molto influente nel Paese. Con i battesimi di massa che celebra personalmente per le famiglie che abbiano almeno tre figli ha contribuito ad innalzare il tasso di natalità, piuttosto basso, della Georgia. Ma non solo. Secondo l’arciprete Vsevolod Chaplin, voce importante della Chiesa ortodossa russa il tentato omicidio ha una connotazione «politica».
Durante l’ultimo viaggio di Papa Francesco a Tiblisi, nell’ottobre scorso, Elia II ha fatto dei gesti di apertura nei confronti di Roma. Una mossa contestata da un piccolo gruppo di ultra-conservatori che non deve aver gradito troppo.