A Rovigo un bando per assumere due biologhe non obiettrici
Dopo la vicenda del San Camillo di Roma anche a Rovigo si cerca personale che non sia obiettore di coscienza. Questa volta però non riguarda l’aborto, ma la fecondazione assistita.
La scelta dell’obiezione di coscienza di due biologhe del Centro di procreazione medicalmente assistita (Pma) dell’ospedale di Trecenta (Rovigo) ha costretto l’Asl a fare altre due assunzioni, per garantire la continuità del servizio, che segue centinaia di coppie.
Le due nuove biologhe, sono state selezionate con un bando nel quale si precisava che l’obiezione costituiva “giusta causa di recesso dell’Azienda, in quanto la prestazione lavorativa diverrebbe oggettivamente inesigibile”.
Il direttore dell’Usl 18 di Rovigo, Domenico Compostella, ha confermato oggi la scelta di assumere due biologhe non obiettrici motivandola con la carenza di personale nel servizio.
“Il nostro obiettivo – ha detto Compostella – è quello di assicurare la continuità dell’attività, anche perchè l’erogazione della procreazione medicalmente assistita rientra tra i Lea. E la figura del biologo è fondamentale”.
Prima di formulare il bando, con la specifica dell’obiezione quale ‘giusta causa’ per la risoluzione del rapporto, Compostella ha chiesto un parere giuridico-amministrativo, e la risposta è stata che non violava alcuna norma, proprio in relazione all’attività specifica che queste figure professionali sono chiamate a svolgere.
Una necessità, insomma, per l’azienda che gestisce una struttura d’eccellenza nella cura dell’infertilità e nella procreazione assistita – l’ospedale San Luca di Trecenta – dove solo nel 2016 sono state assistite, solo con il pagamento del ticket, 220 coppie e sono nati 62 bambini.
“Quest’azienda – ha spiegato Compostella – ha avviato un percorso di crescita dei servizi di procreazione medicalmente assistita, molto richiesti all’interno della rete dei servizi veneti. “.