Samsung, arrestato il vice-presidente Lee

Accusato per corruzione il vice-presidente di Samsung. Lo scandalo che ha travolto la Corea del Sud ha trovato il suo colpevole. Il procuratore speciale a cui è stata affidata la vicenda ha fatto sapere che accuserà per corruzione Lee Jae-yong, assieme ad altri quattro dirigenti dell’azienda.

Il vicepresidente di Samsung Group ed erede della famiglia fondatrice verrà incriminato per i reati di frode e corruzione. Il caso, di livello nazionale, ha coinvolto anche la presidente della repubblica Park Geun-hye ed, in particolare, la sua confidente Choi Soon-sil. Il vicepresidente dovrà rispondere anche dei reati di appropriazione indebita e occultamento di beni all’estero.

Ad annunciare la decisione, la procura speciale a capo delle indagini che il 17 febbraio ha disposto l’arresto dello stesso Lee. Il portavoce del team titolare del caso, Lee Kyu-Chul, ha dichiarato: “Gli investigatori hanno accusato il vice presidente di Samsung Electronics Lee Jae-Yong di corruzione, appropriazione indebita, occultamento di beni all’estero e falsa testimonianza”. Tre dirigenti dell’azienda sudcoreana, coinvolti nello scandalo, hanno rassegnato le dimissioni. Samsung ha annunciato una rivoluzione interna, smantellerà il suo ufficio di presidenza per le strategie future.

Lee sarà probabilmente processato ed è agli arresti domiciliari da ieri. La Samsung, nel frattempo, crolla ulteriormente in borsa, dopo il calo già avuto a causa dello scandalo delle batterie. L’azienda rappresenta un quinto dell’economia della Corea del Sud.

Il vice-presidente dovrà far capo anche all’accusa di aver versato l’equivalente di quasi 40 milioni di dollari confidente della presidente sudcoreana Park Geun-hye. Il 6 marzo si saprà l’esito della condanna.

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