Pubblicata la lista dei 12 super-batteri più pericolosi per la salute

Pubblicata la lista dei 12 super-batteri più pericolosi per la salute

È stata pubblicata la lista nera con i 12 super-batteri più pericolosi per la salute umana che la guerra all’antibiotico-resistenza entra nel vivo. Ed è una guerra globale, con l’Organizzazione Mondiale della Sanità scesa in prima linea per consegnare agli esperti di salute pubblica di tutto il mondo il primo dettagliato elenco di quella letale dozzina di microroganismi che rischia di catapultare l’umanità indietro di secoli, fino al medioevo della medicina quando si moriva a causa di banali infezioni.

Si tratta di una vera e propria classifica con i “ricercati” più temibili elencati in ordine di pericolosità: critica, alta e media. Uno strumento a uso dei governi del pianeta per sostenere progetti di ricerca mirati allo sviluppo di nuovi antibiotici.

Per la selezione dei 12 batteri da inserire nell’elenco dei germi “most wanted”, effettuata in collaborazione con l’Università di Tubinga in Germania, i ricercatori si sono attenuti ai seguenti criteri: hanno valutato il rischio di provocare infezioni mortali, la necessità di ricoveri ospedalieri per la cura, il livello di resistenza agli antibiotici attualmente in uso, la capacità di contagio da una specie a un’altra (uomo-animale) o da un essere umano all’altro, la possibilità di prevenire l’infezione, l’esistenza di trattamenti alternativi e lo sviluppo di nuovi antibiotici in corso.

Ai primi posti ci sono i nemici pubblici numero uno, i batteri multi resistenti, capaci di sopravvivere all’attacco di tutti gli antibiotici esistenti compresi i carbapenemi e le cefaolosporine di terza generazione. Stiamo parlando di Acinetobacter baumannii, Pseudomonas aeruginosa e dei batteri della famiglia delle Enterobacteriaceae (Klebsiella, E. coli, Serratia, e Proteus).

Si tratta di quelli responsabili delle infezioni ospedaliere spesso letali del sangue o dei polmoni. Contro di loro si è completamente disarmati, i comuni antibiotici non funzionano. 

Della seconda categoria, altamente pericolosa, fanno parte altri germi responsabili di malattie comuni ben noti a chi è da anni in trincea nella guerra all’antibiotico-resistenza: Staphylococcus aureus resistente alla meticillina e alla vancomicina, Helicobacter pylori, resistente alla claritromicina, Campylobacter resistente alla classe di antibiotici fluorochinoloni. Completano la lista del secondo blocco i batteri che negli ultimi anni stanno diventando sempre più resistenti a fluorochinoloni e cafalosporine come Salmonella e Neisseria gonorrhoeae.

In fondo alla classifica ci sono i super batteri mediamente pericolosi, Streptococcus pneumoniae, non suscettibile alla penicillina, Haemophilus influenzae, resistente alla ampicillina, Shigella resistente ai fluorochinoloni.

Esclusi dalla classifica, lo streptococco A e B e la clamidia non sono considerati per ora particolarmente pericolosi, perché fortunatamente sono ancora sensibili agli antibiotici in uso.

«Questa lista è un nuovo strumento necessario per assicurare che la Ricerca e Sviluppo risponda ai bisogni urgenti di salute pubblica – ha dichiarato Marie-Paule Kieny, dirigente Oms per i sistemi sanitari e l’innovazione – La resistenza agli antibiotici è in crescita e stiamo rapidamente esaurendo i trattamenti a disposizione. Se lasciamo che sia solo il mercato a intervenire i nuovi antibiotici di cui abbiamo urgentemente bisogno non saranno pronti in tempo».

«I nuovi antibiotici mirati su questa lista di patogeni aiuterà a ridurre le morti dovute alle infezioni resistenti in tutto il mondo – ha dichiarato  Evelina Tacconelli, infettivologa all’università Tubingen in Germania, principale autore della lista – Aspettare ancora provocherebbe maggiori problemi di salute pubblica con conseguenze drammatiche per la cura dei pazienti».

Gli esperti insistono sulla necessità della prevenzione delle infezioni e sull’impiego appropriato degli attuali farmaci destinati agli esseri umani e agli animali. La regola dell’uso corretto, ricordano gli esperti, vale anche per gli antibiotici del futuro.

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