“Kong: Skull Island”, un gigantesco flop o un successo?
Kong: Skull Island è uscito il 9 marzo 2017 ed è diretto da Jordan Vogt-Roberts. È la rivisitazione di King Kong e il secondo capitolo della saga MonsterVerse: iniziato con Godzilla (2014), proseguirà con Godzilla: King of Monsters (2019) e Godzilla vs. Kong (2020).
Il nuovo Kong, al contrario di Pacific Rim, riduce al minimo l’approfondimento psicologico, l’empatia e le dinamiche tra i vari personaggi.
Jordan Vogt-Roberts decide di ambientare la nascita della scimmia più grande del mondo nel ’73, inserendo il film in un contesto vietnamita e antimilitaristico quanto basta a far comprendere la poca dignità dello scenario.
La definizione che più si addice a questa pellicola è “citazionista”, infatti, oltre a ritrovare Francis Ford Coppola in qualsiasi occasione, non si può evitare di cogliere un’estetica tra Apocalypse Now e il cinema giapponese di “Serie B”.
Impossibile rinunciare all’influenza di Jurassic Park, con la differenza che la rivelazione del mostro accade dopo i primi cinque minuti di film. È per questo che l’approfondimento psicologico dei personaggi diventa superfluo, minuti preziosi tolti a Kong.
Al centro della storia troviamo John Goodman e Samuel L. Jackson, seguiti da personaggi utilizzati come carne da macello. Ma i veri protagonisti sono Tom Hiddleston (il cacciatore dal cuore d’oro) e Brie Larson (la fotografa pacifista). Questi, durante una tempesta, vengono colpiti da un fulmine in testa, scena che prende spunto da Mad Max. È a questo punto che il film inizia ad ingranare: all’arrivo degli elicotteri sull’isola, Kong inizia una serie di gloriose menate facendo piazza pulita non solo degli elicotteri ma anche di quel minimo di sceneggiatura che era comparsa inizialmente.
Oltre ai “Grandi mostri”, l’unico aspetto più o meno interessante è la rivalità che si crea tra Kong e Samuel L. Jackson, che, in quanto militare, prende l’attacco iniziale di Kong sul personale e non andrà via dall’isola finché non avrà ucciso la bestia.
Alla fine, è stato usato molto più impegno per scoprire le origini di Kong e le caratteristiche dell’isola, di quanto ne sia stato speso per la caratterizzazione dei personaggi.
In conclusione, Kong è quel tipo di film che, nonostante abbia le sue pecche, può essere considerato il troppo che non storpia più di tanto, dando al reale protagonista (Kong) lo spazio che si merita… Umani a parte.