Che fine ha fatto il bonus-mamme da 800 euro? annunciato e poi sparito
Il bonus-mamme, il contributo una tantum di 800 euro annunciato dal Governo e destinato alle future mamme, è scomparso.
Una somma, come era stato annunciato dal ministro per la Famiglia Enrico Costa, per le “prime spese” legate alla nascita: gli esami pre parto, i farmaci, il passeggino, la culla, i vestitini. Tutto a partire dal 1° gennaio 2017.
Ma a quasi tre mesi non si trovano nemmeno moduli per presentare la domanda.
La cifra da 800 euro una tantum, e indipendentemente dall’Isee a differenza del bonus bebè, da riconoscere alle neo mamme al momento del parto (o comunque non prima del settimo mese di gravidanza).
Sul sito dell’Inps è spuntata una prima circolare che definiva nel dettaglio la platea dei beneficiari. Cittadine italiane, comunitarie o extracomunitarie con permesso di soggiorno, residenti nel nostro Paese. Tutte, senza alcuna soglia di reddito. Silenzio però su come presentare la domanda. Ma non sono chiare le modalità per la richiesta.
La riposta dell’Istituto è senza giri di parole e la risposta standard dell’operatore Inps alle mamme interessate è, senza giri di parole, “Lei faccia conto che non ci sia“. Spiegano che i tre mesi di tempi tecnici per poter rendere operativa la piattaforma online erano previsti fin dal principio e confermano che il lancio è “imminente”, ma senza sbilanciarsi su una data precisa.
L’Inps ha anche rassicurato le donne che hanno già partorito in questi primi tre mesi del 2017 che il bonus mamma domani sarà retroattivo: non appena i 600 milioni di euro per il 2017 (che dovrebbero bastare a garantire il bonus di 800 euro a 750 mila famiglie) il bonus sarà riconosciuto anche a chi ne aveva i requisiti secondo i tempi.
La ragione del ritardo, replica l’Inps, è nella mancaza di dettaglio con cui è stata scritta la misura: già a inizio gennaio il presidente Boeri aveva scritto a Costa chiedendo di precisare i criteri per accedere al bonus. Precisazioni che però sono arrivate solo settimane dopo e che sono state anche corrette in un secondo tempo.
In attesa del formato telematico accettare delle richieste cartacee, che potevano essere esaminate o comunque digitalizzate in un secondo tempo. Ma i moduli in carta non sono accettati.
I fondi stanziati
I fondi stanziati nella legge di Bilancio per la misura sono importanti, 600 milioni di euro per il 2017, che dovrebbero garantire il bonus di 800 euro a 750 mila famiglie, senza che per loro sia richiesto un reddito sotto una certa soglia.
Una volta avviata, la misura sarà retroattiva. Le mamme che sono entrate nell’ottavo mese di gravidanza o hanno partorito in questo primo trimestre dell’anno, ma non hanno potuto presentare richiesta, possono tirare un sospiro di sollievo, non hanno perso i soldi.
A sentire il call center però è altrettanto lampante che quando la situazione si sbloccherà il fiume di domande “arretrate” farà andare molto per le lunghe le operazioni di approvazione.