Stop alla pena di morte: il giudice blocca 8 esecuzioni in Arkansas

Stop alla pena di morte: il giudice blocca 8 esecuzioni in Arkansas

Dopo la polemica della casa farmaceutica, il giudice dell’Arkansas Wendell Griffen ha emesso un ordine restrittivo provvisorio che vieta l’utilizzo del bromuro di vecuronio. Si tratta di uno dei farmaci utilizzati per le iniezioni letali ai condannati a morte, ottenuto, secondo i produttori del farmaco, con l’inganno. Stop, quindi, a otto esecuzioni in soli dieci giorni.

Infatti, il proposito di Asa Hutchinson, governatore dell’Arkansas, era quello di uccidere otto condannati a morte in dieci giorni, stabilendo un macabro record omicida che avrebbe visto lo stato americano eseguire il maggior numero di pene capitali in un lasso di tempo tanto ridotto. Dal 1976, quando la Corte Suprema ha autorizzato il ritorno della pena di morte, nessuno Stato americano ha giustiziato tanti detenuti in un arco di tempo così limitato. Il motivo che ha spinto Hutchinson ad una simile accelerazione era l’approssimarsi della data di scadenza del midazolam, uno dei farmaci necessari all’iniezione letale.

Gli otto uomini condannati hanno fra i 38 e i 60 anni e sono stati giudicati colpevoli di crimini compiuti negli anni ’90: stupri e omicidi, principalmente, con una grande maggioranza di donne come vittime.  L’Arkansas, secondo la McKesson Corporation, avrebbe fatto intendere alla casa produttrice che il farmaco sarebbe stato usato per scopi medici legittimi e non per le esecuzioni. “L’acquisto – si legge in una lettera scritta da un avvocato della compagnia – è partito da un account legato alla licenza di un dottore, che faceva implicitamente pensare che i farmaci fossero destinati a scopi medici”.

Contro la pena di morte, lo scrittore John Grisham, originario dell’Arkansas, ha scritto un articolo durissimo su Usa Today: “Siamo di fronte a uno spettacolare deragliamento della legge”. La polemica è arrivata anche su Twitter: l’hashtag #8in10 (otto prigionieri in 10 giorni) è diventato virale. Ma la battaglia per ora resta più virtuale che reale: secondo gli ultimi studi in Arkansas il numero di persone favorevoli alla pena di morte è di molto superiore a quello dei contrari.

 

Si è espresso sulla vicenda anche Johnny Depp, apparso al fianco di Damien Echols, che ha vissuto 18 anni nel braccio della morte prima di essere liberato nel 2011 con un patteggiamento dove ha mantenuto la sua innocenza. “L’Arkansas ha quasi mandato a morte un uomo innocente”  ha detto l’attore. “Non credo ci debba essere alcuna possibilità che debba accadere di nuovo”, aggiungendo “C’è una cosa sbagliata da fare e la cosa giusta da fare”. 

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