13 Reasons Why, la serie che ha più deluso che persuaso

13 Reasons Why, la serie che ha più deluso che persuaso

13 Reasons Why (Tredici) è una serie televisiva statunitense diretta da Bryan Yorkey e basata sul romanzo 13 di Jay Asher. Il suo esordio è stato il 13 marzo 2017 su Netflix.

TRAMA:

Una ragazza del liceo, Hanna Baker, si suicida. Qualche giorno dopo Clay Jensen, un compagno di scuola, trova un pacco sulle scale di casa contenente delle cassette registrate da Hannah in cui la ragazza spiega i tredici motivi per cui ha deciso di togliersi la vita, e Clay è tra quelli. Per scoprire le sue colpe, il ragazzo inizia ad ascoltare tutte le cassette ed è qui che scoprirà i segreti dei suoi compagni di scuola.

 

Dopo i primi due episodi diretti da Tom McCarhy e scritti e diretti da Brian Yorkey, è il personaggio di Clay, interpretato da Dylan Minnette, ad assumere sempre più importanza. Infatti, il racconto di Hannah Baker si intreccia inesorabilmente con la reazione di Clay, ponendo il racconto stesso come uno strumento per capire quali potrebbero essere le reazioni alla scoperta della sofferenza dell’amica.

Gli autori si sono distaccati dal romanzo entrando più nell’analisi dei vari personaggi, mostrando i rapporti con i genitori, le insicurezze personali e il loro posto nel microcosmo del liceo.

Questa scelta tuttavia penalizza l’obiettivo della serie, facendo immedesimare lo spettatore più nei “colpevoli” che in Hannah stessa. Le sue motivazioni per suicidarsi diventano così a tratti incomprensibili e risulta difficile provare empatia per lei. Anche perché volendo essere del tutto obiettivi Hannah ha un enorme problema: colpevolizza chi la tratta bene, inveisce contro chi la vuole aiutare  e poi si lamenta che chi ha subito le sue urla non la insegue, stupendosi che nessuno comprenda che i suoi “lasciami in pace, sparisci” vogliono in realtà significare “resta e abbracciami forte”.

Tutta la serie, comunque, si incentra sulle reazioni di Clay alle varie cassette aspettando con terrore e angoscia la sua. Ora, Clay è un ragazzino liceale che non fuma, non beve e porta il casco in bibicletta, cosa avrà mai potuto fare di così grave per essere in quelle cassette? Infatti, entra in un tunnel di disperazione. Ma alla resa dei conti Clay è nelle cassette solo perché Hannah gli conferma di essere stato buono e gentile con lei, ma lo incolpa di essersene andato da una stanza ad una festa, lasciandola sola dopo che per tre volte gli è stato chiesto di andarsene.

Nella serie non mancano di certo gli stereotipi. L’esempio più evidente è quello di Bryce Walker. Il diciottenne ricco, violento, re del basket e anche stupratore. Tutto ciò per ricordarci sempre l’immensa banalità che permea tutta la serie.

Sarà che ho esaurito tutta la mia pazienza, sarà che 13 Reasons Why è quello che è, ma vorrei essere pensata non come l’essere acido che sono stata ma come la ragazza ingenua e speranzosa, come quella volta che volevo farmi un selfie con il mio cavallo e di risposta mi porse il deretano.

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