Coppia dell’acido, confronto al veleno in tribunale tra Martina e Alex

Coppia dell’acido, confronto al veleno in tribunale tra Martina e Alex

Si sono ritrovati l’uno davanti all’altro in tribunale dopo oltre un anno, Alexander Boettcher e Martina Levato, condannati per tre aggressioni con l’acido a Stefano Savi, Giuliano Carparelli e Pietro Barbini.

Sono stati battezzati la “coppia dell’acido”. Faccia a faccia per loro nell’aula della Corte d’Appello di Milano durante  la testimonianza di lei, condannata a vent’anni di carcere. Lui ha voluto presenziare in aula per ascoltarla. Scambio di accuse, per i due, neanche uno sguardo.

Cosa ha dichiarato Martina

“A partire da gennaio 2016 ho deciso di interrompere i rapporti, non l’ho più visto né ho parlato con lui. Il rapporto con Alexander non mi permetteva di essere libera e dire la verità”, ha detto Levato accusando l’ex amante.

Lei ha parlato di un progetto perverso: “Lui ha trovato la mia condanna, che doveva essere il carcere: io ero l’unica che doveva finire dentro”.

Levato ha continuato: “Non è giusto che non si sia mai assunto le sue responsabilità. Alex è responsabile di tutte le aggressioni con l’acido, tutto ciò che è stato pensato e attuato è frutto della sua mente. Nelle sue intenzioni, io dovevo espiare una condanna in carcere per le mie storie passate. Per lui, i miei ex erano diventati un’ossessione. E io mi sono prestata a questo gioco perverso”.

La replica di Alexander

“Martina mi odia e ha tutta questa rabbia nei miei confronti forse perché ho provato a tenere lontano mio figlio da questa vicenda, ma io non nutro rabbia nei confronti di lei”.

Sul figlio della coppia, tolto dal Tribunale per i Minorenni alla coppia, Boettcher ha detto:  “All’epoca le dissi che se avessimo avuto un figlio, avrei voluto crescerlo con un’altra”.

Il sostituto procuratore

Senza l’arresto dei due “la serie delle vittime” delle aggressioni con l’acido messe a segno “doveva continuare”. Lo ha detto il sostituto procuratore generale di Milano, Maria Grazia Omboni, nella prima parte della sua requisitoria.

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