Si è spento a 68 anni Oliviero Beha, il “Brontolo” del giornalismo
Addio Oliviero Beha. E’ morto venerdì sera a Roma all’età di 68 anni per un male incurabile che lo ha portato via alla sua famiglia, al piccolo schermo ed al giornalismo.
Nato a Firenze il 14 gennaio 1949, esordì la sua carriera giornalistica a Tuttosport e Repubblica. È entrato nelle case degli italiani nel 1987 con il suo primo lavoro in tv, la trasmissione Va Pensiero su Rai3. Dall’indimenticabile Radio Zorro alla Gazzetta dello Sport per finire con Brantolo su Rai3, la sua carriera è stata costellata di successi. Il più grande è l’amore del pubblico per la sua innata sobrietà che ha accompagnato negli anni la sua professionalità.
Il saluto della figlia di Oliviero Beha
“La libertà è un lusso di pochi”. Attraverso il blog olivieriobeha.it, La figlia Germana ha teneramente reso partecipi tutti di piccoli espedienti dell’uomo, gli ultimi momenti e i sentimenti “veri” che porta in eredità. Una lettera toccante accompagnata da una foto con il nipotino Michele, che Beha “adorava in maniera assoluta”.
LETTERA INTEGRALE
E ahimè oggi, mi presento… sono una delle figlie.
Nelle ultime settimane mi è capitato di essere le mani di papà che hanno trasferito in parole scritte su un monitor quello che lui velocemente mi dettava. Si perché, gli articoli lui, li aveva in testa, non seguiva appunti, non doveva cambiare o correggere delle frasi… lui parlava ed io scrivevo perché animare, vibrare e far venire vere le parole, Lui, l’aveva come dono.
Scrivo queste righe perché con grande orgoglio, sono convinta che papà lascerà un vuoto profondo nel mondo dell’informazione perché a dispetto del suo carattere burrascoso, a volte irriverente, spesso ironico, dispotico e a tratti per alcuni arrogante, è stato, è, e rimarrà un giornalista libero. La “libertà è un lusso di pochi” mi ripeteva…
Era fiero di essere chiamato giornalista e di potersi definire tale. Mi diceva spesso che il compito di un giornalista è raccontare la verità perché è un diritto di chi legge sapere i fatti per poter elaborare una propria opinione basata sul vero e non “indirizzata” o “deviata”. Certamente, alla descrizione della realtà, papà non ha mai negato anche la sua opinione che è risultata spesso scomoda, ma si è sempre assunto, credetemi, sempre, la responsabilità di ciò che pensava e credeva…
Inutile dirvi il vuoto che lascia nelle persone che lo amano, in mia madre, donna incredibile con cui ha costruito una famiglia meravigliosamente complicata, allargata e colorata, in tutti i suoi figli, nei tanti amici che sono parte integrante di “questo grande gruppo vacanze”.
Permettetemi, a nome di un piccolo bimbo di due anni che oggi perde un nonno che lo adorava in maniera assoluta, di dirvi, affinché arrivi a chi legge, che si è dimostrato un nonno semplicemente straordinario.
A nome di tutti noi, scrivo che essere “veri” a dispetto di tutto e di tutti in questo mondo, è un grande atto di coraggio, una straordinaria forma di libertà. Questa eredità, noi, la teniamo stretta perché è parte di ciò che siamo ed è quello che cercheremo di trasmettere ai figli, agli amici che ci sono ecco saranno…
Questa battaglia, purtroppo per noi tutti lui l’ha persa, ma i suoi occhi verdi diventati grigi, i suoi gesti a tratti goffi, le sue parole complicate ma chiare, tutta la sua vita, restano e resteranno…
“Buon viaggio papà, continua, come sempre hai fatto a camminare e pensare veloce… noi continueremo a parlare di te e con te. Michele continuerà a guardarsi le due linee sul palmo della mano e dirà “nonno” e noi, ti ritroveremo li…”.
Oliviero Beha, l’ultimo tweet