Migranti, continua l’esodo, salvate 5000 persone in arrivo dalla Libia
Esodo senza fine. Nella giornata di ieri, al largo delle coste libiche, sono stati salvati oltre 5.000 migranti, mentre altri 8.500 al momento si trovano a bordo delle navi dei soccorritori che stanno facendo rotta verso i porti italiani.
Il salvataggio di ieri
I cinquemila migranti soccorsi ieri navigavano a bordo di cinque barche e 18 gommoni. A trarli in salvo la Guardia Costiera e alcune organizzazioni non governative oltre che da alcuni rimorchiatori “dirottati” per i soccorsi.
Gli 8500 soccorsi negli ultimi due giorni, si trovano adesso a bordo di 14 navi: sei di queste hanno già fatto ingresso o stanno per entrare in porti di Sicilia e Calabria, le altre otto sono ancora in navigazione a largo delle coste italiane.
La morte nel deserto
Ma non si muore solo in mare: il viaggio verso le coste libiche è lungo e pieno di ostacoli. Domenica un gruppo di 70 persone è stato abbandonato dai trafficanti nel deserto a nord del Niger: si sono salvati solo in 24. Il gruppo di migranti proveniva dall’Africa occidentale, come confermato dal prefetto della regione settentrionale di Bilma, Fatoumi Boudou. Le 24 persone soccorse erano parte di un gruppo “di circa 70 persone partite a bordo di tre veicoli da Agadez per la Libia, abbandonate in pieno deserto senza acqua e senza cibo” dai trafficanti.
Arrestato un somalo a Lampedusa
Un uomo di nazionalità somala è stato arrestato a Lampedusa per torture e omicidi.
L’uomo, 23 anni, è stato indicato alla polizia italiana da una serie di persone arrivate nell’isola il 27 maggio scorso. Gli abusi commessi sulle coste libiche tra quanti attendono di imbarcarsi.
L’uomo è accusato di associazione per delinquere armata, di carattere transnazionale, dedita a commettere reati contro la persona, in particolare tratta di esseri umani, sequestro di persona, violenza sessuale, omicidio aggravato e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
L’arrestato, a Lampedusa, avrebbe minacciato le sue vittime, anche minorenni, al fine di convincerle a non denunciarlo alla polizia Italiana. L’uomo è stato trasferito nel carcere di Agrigento.
Caldo e paura per le malattie
Le forze dell’ordine e gli operatori che si trovano in banchina in attesa degli sbarchi, sono preoccupati per il potenziale diffondersi di malattie. Su 167 sbarcati venerdì a Pozzallo tanto per citare un caso 97 hanno la scabbia. I pronto soccorso, già di suo intasati, sono oberati dopo il trasporto degli immigrati post sbarco.
Si teme anche per alcune malattie che erano ormai debellate e che tornano a fare capolino come la tubercolosi, di cui si sono registrati diversi casi.