Furbetti cartellino: incontri con prostitute con l’auto del comune
Ancora furbetti del cartelli ma stavolta c’è di più. Un furgone con gli stemmi del comune di Piacenza veniva usato per andare con una prostituta minorenne: stemmi che, quando il dipendente lo utilizzava per i suoi scopi personali, venivano staccati e poi riattaccati al momento di rientrare.
L’inchiesta della guardia di finanza
L’inchiesta delle fiamme gialle riguarda il comune di Piacenza, cinquanta dipendenti comunali sono stati denunciati per la truffa dei cartellini di lavoro: timbrare per poi uscire a farsi i fatti propri.
Le immagini delle telecamere nascoste incastrano i furbetti del cartellino del comune di Piacenza, 50 dipendenti indagati su 631 addetti del Municipio.
Chi a fare spesa, chi in palestra o in centro con gli amici, come già è emerso nelle ore scorse.
Incontri con una minorenne
Un piacentino 60enne è finito agli arresti domiciliari. Le indagini della guardia di finanza e della polizia municipale, dopo mesi di pedinamenti e telecamere nascoste, hanno documentato gli incontri che l’ uomo, in orario di lavoro e con il furgone del Comune di Piacenza, intratteneva con una minorenne e parzialmente disabile.
In un caso pare abbia anche tentato di violentarla in un motel, ovviamente sempre in orario di lavoro. «Tutte le persone coinvolte in questa vicenda – conclude la procura – sapevano bene quello che stavano facendo, e lo hanno fatto quindi con dolo».
La sindaca appena insediata
Il nuovo sindaco del centrodestra Patrizia Barbieri, eletto domenica, si è insediata sulla poltrona di primo cittadino di Palazzo Mercanti proprio nel giorno, l’altro ieri, in cui lo stesso palazzo comunale, e tutta la città, sono stati scossi dall’inchiesta sui dipendenti infedeli.
«Sono amareggiata e preoccupata – afferma Patrizia Barbieri – avrei desiderato iniziare il mio mandato dedicandomi ai problemi dei cittadini, invece mi ritrovo a dover gestire questo peso ereditato dalla passata amministrazione. Se le accuse saranno confermate significa che siamo in presenza di mele marce». Nemmeno il sindaco uscente del Pd Paolo Dosi ci va giù leggero nel commentare un’inchiesta senza precedenti in città: «È stata danneggiata l’immagine di Piacenza, ci sentiamo tutti traditi».