Immigrazione, nel 2017 richiedenti asilo verso quota 200 mila
Rispetto a qualche anno fa, in Italia i richiedenti asilo sono aumentati: 63.000 nel 2011, scesi momentaneamente a 43.000 nell’anno successivo e a 13.000 nel 2013, per poi passare a 170.000 nel 2014, 154.000 nel 2015, 181.000 nel 2016, mentre si stima possano essere 200.000 quest’anno.
L’emergenza, oltre che numerica, è anche di natura giuridica. Secondo il parere espresso in occasione di una causa ancora in corso dall’Avvocato Generale della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, di fronte ad arrivi così consistenti nel Mediterraneo, non è accettabile limitarsi all’applicazione della vigente normativa europea, addossando l’onere dell’accoglienza ai paesi di primo ingresso (Italia e Grecia in primis) senza pensare a una più equilibrata ripartizione.
La Corte, se si pronuncerà in tal senso, anticiperà la modifica che il Parlamento Europeo sta per proporre al Consiglio, il vero scoglio sulla via della riforma del Regolamento Dublino III e dell’attuazione del principio di solidarietà previsto dal Trattato di Lisbona del 2007 sul funzionamento dell’Unione Europea.
Al momento, però, l’accoglienza così regolata è obbligatoria e non può essere disattesa. L’Italia, se non avesse istituito i cosiddetti hotspot o punti di crisi per la fotosegnalazione delle persone sbarcate e il loro inserimento nei centri di accoglienza, come disposto da una decisione del 2015 del Consiglio dell’UE, sarebbe stata passibile di un procedimento di infrazione, che invece ora pende sulla Repubblica Ceca, l’Ungheria e la Polonia, che non hanno ritenuto vincolanti le pur limitate ricollocazioni (170.000) dei nuovi arrivati per sgravare l’Italia e la Grecia.
Se la regolamentazione europea verrà modificata con un maggior coinvolgimento di tutti gli Stati Membri, potrà essere superata la psicosi dell’accoglienza, salvo restando l’impegno dell’UE di intervenire sulle cause dei flussi.
Confronto fra regioni
Intanto, è opportuno riflettere sulla distribuzione dei richiedenti asilo tra le Regioni, utilizzando per un confronto omogeneo i dati relativi al 31 dicembre 2016 del Ministero dell’Interno. A tale data sono stati 176.554 i richiedenti accolti: 137.218 nei Centri di Accoglienza Straordinaria (che fanno capo alle Prefetture), 820 negli hotspot, 14.694 presso i Centri di Prima Accoglienza e 23.822 nei Centri ordinari dello Sprar – Sistema per l’Accoglienza dei Richiedenti Asilo (che fa capo all’Anci su incarico del Ministero dell’Interno).
Centri di accoglienza
L’incidenza dei Centri di accoglienza Straordinaria (oltre 3.000) è del 72% sull’insieme dei posti disponibili, con valori anche più elevati in alcune regioni. In media, a tale data, è stata accolta per motivi umanitari una persona ogni 344 residenti A segnalarsi per una maggiore disponibilità è stato il piccolo Molise (1 immigrato accolto ogni 90 residenti) seguito, in maniera decrescente, da altre 6 Regioni di medio-piccola grandezza (Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Sardegna e Umbria).
Caratterizzate da 1 richiedente asilo ogni 300 residenti sono l’Abruzzo, l’Emilia Romagna, il Lazio, le Marche, il Piemonte, la Puglia, la Sicilia, la Toscana, il Veneto e le Province Autonome di Bolzano e Trento. Invece, la Campania, la Lombardia e la Valle d’Aosta contano 1 persona accolta ogni 400 abitanti.
Il Ministero dell’Interno ha concordato con l’Anci che l’accoglienza nelle grandi città, incrementando i posti Sprar, sia basata sul criterio di 2,5 richiedenti accolti ogni 1.000 abitanti per cui a Roma, un comune con quasi 3 milioni di residenti, servirebbero altri 2.800 posti.