Migranti: stop di Save The Children e Sea Eye ai soccorsi in mare
Cresce il numero delle Ong che hanno deciso di sospendere temporaneamente il salvataggio dei migranti nel canale di Sicilia.
Lo stop di Save The Children e Sea Eye
Dopo Medici Senza Frontiere è arrivato anche lo stop di Save The Children e della tedesca Sea Eye, che non parteciperanno più al pattugliamento del Canale di Sicilia. Il motivo dello stop è dovuto al fatto che per le Ong ci sarebbero troppi rischi in mare e nessuna garanzia di soccorso davanti all’avanzare minaccioso della guardia di costiera e della marina libica.
E’ stato il Centro di Coordinamento del Soccorso Marittimo (Mrcc) di Roma ad allertare Medici Senza Frontiere (Msf) di un rischio sicurezza legato alle minacce pronunciate pubblicamente dalla guardia costiera libica contro le navi di ricerca e soccorso umanitarie impegnate in acque internazionali. Troppo pericoloso, quindi, avvicinarsi alle acque territoriali del Paese africano, da dove prendono il largo i barconi dei trafficanti.
“I recenti sviluppi – ha dichiarato Loris De Filippi, presidente di Medici Senza Frontiere – rappresentano un altro preoccupante tassello di un ambiente sempre più ostile per le operazioni salvavita di soccorso. Gli stati europei e le autorità libiche stanno attuando congiuntamente un blocco alla possibilità delle persone di cercare sicurezza. È un attacco inaccettabile alla vita e alla dignità delle persone”.
Le indagini della Procura di Trapani
Intanto prosegue il lavoro dei magistrati siciliani, che indagano su un presunto collegamento tra ONG e trafficanti. L’inchiesta di Trapani, che ha portato al sequestro della nave Iuventa, ha di certo lasciato un segno profondo su tutte le organizzazioni umanitarie.
Le mosse della magistratura potrebbero avere avuto un peso sulle scelte delle Ong, che hanno deciso di sospendere le operazioni. I magistrati trapanesi nel frattempo continuano a lavorare. Sono quattro finora le persone indagate: 3 membri dell’equipaggio della nave Iuventa, che rimane ancorata al porto di Trapani e un sacredote eritreo, che ha raccolto centinaia di richieste di aiuto di migranti. L’accusa per tutti è di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.