Sgombero di piazza Indipendenza a Roma: scontri tra migranti e polizia
Tensione a Roma dopo lo sgombero di di piazza Indipendenza. Sono stati lanciato sassi, bottiglie incendiarie e bombole contro gli agenti.
Al lancio di oggetti gli agenti hanno risposto con gli idranti: fuggi fuggi tra i migranti. Al momento sono due i fermati e, secondo Medici senza Frontiere, sei i feriti.
I giardini di piazza indipendenza erano stati abusivamente occupati da circa 100 cittadini stranieri già occupanti di uno stabile anch’esso sgomberato quattro giorni fa in via Curtatone.
Intervento urgente
L’ intervento si è reso urgente e necessario dopo il rifiuto di ieri ad accettare una sistemazione alloggiativa offerta dal comune di Roma, ma soprattutto il possesso da parte degli occupanti di bombole di gas e bottiglie incendiarie.
Usato contro gli agenti anche peperoncino. L’ uso dell’idrante ha evitato che venissero accesi fuochi e liquidi infiammabili. Due fermati al momento. «L’ uso dell’idrante – conclude la nota – ha evitato che venissero accesi fuochi e liquidi infiammabili».
Piazza Indipendenza è ancora chiusa e presidiata dalle forze dell’ordine. Ieri dopo un vertice in prefettura si è trovata una soluzione alloggiativa per gli occupanti. E nel pomeriggio dal Comune avevano reso noto di aver offerto posti letto in zona Torre Maura e Boccea agli immigrati accampati nelle aiuole.
La denuncia dell’Unicef
Interviene anche il portavoce dell’Unicef, Andrea Iacomini: «Molti bambini, dopo aver assistito a scene di guerriglia urbana, sono stati caricati sui pullman delle forze dell’ordine e portati in Questura – continua Iacomini- alcuni testimoni ci hanno raccontato che continuavano a gridare e battere le mani sui vetri durante tutto il tragitto, in preda al terrore. Sconvolti. È una situazione molto triste: parliamo di 800 persone con status di rifugiato, sopravvissute a guerre, persecuzioni o torture che in alcuni casi hanno anche ottenuto la cittadinanza italiana, buttate in strada in condizioni disumane senza una alternativa sostenibile (non il meno peggio) da parte del Comune di Roma che abbiamo invano atteso in piazza».
«Malgrado le soluzioni offerte dal Comune, 80 posti Sprar in due strutture diverse, e dal privato, alcune villette in provincia di Rieti, ci sembra che nessuno abbia riflettuto sul destino di queste persone – continua Iacomini – I bimbi vanno a scuola a Roma e molti degli adulti lavorano, segno di un percorso di integrazione ed emancipazione dal sistema di accoglienza che verrebbero interrotti di netto e non valorizzati, in particolare gli 80 posti sprar di cui si parla verrebbero sottratti ai nuovi arrivati titolari di protezione o in attesa di riconoscimento. La verità va detta tutta: questa situazione non è legata alla cosiddetta emergenza migratoria, è una situazione storica di Roma, sintomo dell’assenza di politiche adeguate e lungimiranti. Si continua con interventi emergenziali quando sarebbe stato possibile valutare soluzioni strutturali», conclude Iacomini.