Due giorni di permesso per assistere cane malato: “E’ la mia famiglia”

Due giorni di permesso per assistere cane malato: “E’ la mia famiglia”

Due giorni di permesso retribuito per assistere il proprio cane. E’ successo all’universitò La Sapienza di Roma dove una è riuscita a farsi riconoscere due giorni di permesso retribuito. La dipendente, con l’aiuto della Lega anti vivisezione (Lav), è riuscita a dimostrare che la cura dell’animale era un grave motivo personale e giustificava quindi il permesso.

Una concessione senza precedenti

Il cane doveva essere operato per una paralisi alla laringe, e la padrona non poteva delegare a nessuno l’assistenza. Cosi’ ha chiesto due giorni di permesso all’Università per gravi motivi personali e famigliari. L’ufficio del personale le ha chiesto di motivare meglio la richiesta, visto che non c’erano precedenti per l’assistenza di animali domestici così  la donna si e’ rivolta allora alla Lav.

Il legaledella Lav è riuscito a trovare alcune sentenze della Cassazione che stabilivano che la mancata cura di un animale configura il reato di maltrattamenti. Così la donna ha potuto sostenere che  se non avesse assistito il suo cane, avrebbe commesso un reato.

L’Universita a quel punto non ha potuto far altro che concedere il permesso. “Ora, con le dovute certificazioni medico-veterinarie, chi si trovera’ nella stessa situazione potra’ citare questo importante precedente – ha dichiarato Felicetti -. Un altro significativo passo in avanti che prende atto di come gli animali non tenuti a fini di lucro o di produzione sono a tutti gli effetti componenti della famiglia. E’ un altro passo avanti verso un’organica riforma del Codice Civile che speriamo il prossimo Governo e il prossimo Parlamento avranno il coraggio di fare, approvando la nostra proposta di Legge ferma dal 2008”.

Il cane è la mia famiglia

«Sono molto soddisfatta, perché dopo la mia battaglia anche altre persone potranno assistere i propri animali per gravi motivi senza dover prendere le ferie».

«All’inizio mi dissero che non era possibile ottenere il permesso per assistere un cane. Che il cane non è nello stato di famiglia. Ma Cucciola è la mia famiglia, sono sola, non c’era nessuno che poteva starle accanto. E ho anche un altro cane, un beagle di 17 anni, Duca».

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