Referendum autonomia Veneto e Lombardia: governo pronto al confronto
Il Veneto e la Lombardia con il referendum svoltosi ieri chiedono l’autonomia e i governatori Maroni e Zaia festeggiano e annunciano l’apertura della trattativa con il governo. Il segretario della Lega Salvini ha detto che in Lombardia e Veneto è “stata una lezione di democrazia per tutta Europa, abbiamo scelto la via legale, pacifica e costituzionale. La stessa opportunità la offriremo da nord a sud a chi ce lo chiede”. Salvini ha poi precisato che “il nostro unico interlocutore è il presidente del consiglio”.
I dati d’affluenza
Il Veneto chiederà competenza su 23 materie e di incassare nove decimi delle tasse. “Punto ad avere 24-25 miliardi di euro in piu’ che mi consentirebbero di fare cio’ che in questo momento non possiamo fare”, dice invece Maroni, e anticipa che in Lombardia a votare è stato il 40% e a dire si’ è stato oltre il 95% dei votanti, “solo il 3% ha detto no”.
Il risultato del referendum sull’Autonomia del Veneto è defintivo con una percentuale del 98,1% di sì contro un 1.9% di no. La partecipazione degli elettori aventi diritto arriva al 57.2 per cento.
Solo nella provincia di Rovigo, con il 49.9 per cento, non si e’ raggiunto il quorum, abbondantemente superato invece dalla provincia di Vicenza con il 62,7 per cento, seguita dalla provincia di Padova con il 59,7 per cento.
Al voto il 38,5%, i Si’ a 95,29%. Sono stati 3.010.434 i lombardi che hanno votato al referendum per l’autonomia della Lombardia. Sul sito della Regione sono stati caricati i dati definitivi: 95,29% si’; 3,94% no e 0,77% schede bianche.
Al voto sono andati il 38,25% degli elettori. La provincia in cui si è votato di piu’ e’ stata Bergamo con il 47,37%, quella con l’affluenza più scarsa la città metropolitana di Milano con il 31,20%.
No allo statuto speciale
Veneto e Lombardia non potranno diventare Regioni a statuto speciale, come Sicilia, Sardegna, Val d’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige (quest’ultima, in realtà, costituita dalle Province autonome di Trento e Bolzano). Per fare ciò, infatti, sarebbe necessaria una modifica costituzionale. Ma le Regioni tratteranno il trasferimento di maggiori competenze dallo Stato e, di conseguenza, più fondi in virtù di versamenti minori in termini di tasse. Dalla trattativa si arriverà a una legge che dovrà essere ratificata dal Parlamento.
L’articolo 117 della Costituzione fissa le 20 materie concorrenti e le tre esclusive dello Stato per cui le Regioni possono in parte chiedere più autonomia. Si tratta di temi quali il coordinamento della finanza pubblica e tributario, lavoro, energia, infrastrutture, protezione civile, giustizia e norme processuali, ordinamento civile e penale e giustizia amministrativa; norme generali sull’istruzione; tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali.
Sono, invece, materie di competenza esclusiva dello Stato senza possibilità per le Regioni di ottenere alcunché, tra le altre, tutte quelle che riguardano il fisco, la difesa, la sicurezza, l’immigrazione, e la previdenza sociale.