Modello Sicilia a doppia leadership: exploit del M5S, suicidio del Pd
Modello Sicilia. Il risultato della competizione elettorale siciliana riconsegna l’Isola al centrodestra, distrugge il centrosinistra spaccato nelle sue mille contraddizioni e registra l’affermazione imponente, per certi versi clamorosa, del M5S. I grillini sono la prima forza politica in Sicilia. Si torna al bipolarismo, Centro destra-M5S, una sfida Berlusconi-Grillo che promette scintille in vista delle prossime elezioni nazionali. Un dato politico è certo: il centrodestra unito vince.
Micari deludente, Pd alla resa dei conti
Il risultato deludente di Fabrizio Micari, candidato di Pd-Ap (e altre liste civiche), allarga il solco che separa il partito di Renzi dai fuoriusciti di Mdp e che apre ad una resa dei conti interna. Basta citare le frecciate pronunciate dalla sponda Pd al presidente del Senato, Pietro Grasso, «colpevole» di non aver accettato la candidatura che gli era stata proposta nel tentativo di unire nel voto siciliano le anime del fu Partito Democratico. Il numero uno di Palazzo Madama, che nei giorni scorsi era uscito dal gruppo parlamentare dem, ha risposto: «Una patetica scusa utile solo ad impedire altre e più approfondite riflessioni».
M5S è il primo partito in Sicilia
Esulta il Movimento 5 stelle. I pentastellati sono il primo partito con più del doppio dei consensi rispetto a Forza Italia e al Pd. Non avendo altre liste d’appoggio, il candidato del M5S, Giancarlo Cancelleri, ha dunque raccolto consensi non militanti attraverso il voto disgiunto. E’ andata invece malissimo alla lista «Arcobaleno» che fa diretto riferimento a Micari.
Affluenza in calo rispetto al 2012
Le operazioni di voto si sono concluse domenica alle 22, lo spoglio è iniziato questa mattina alle 8. Un «rinvio» di dieci ore che ha suscitato polemiche negli ultimi giorni. In totale, secondo il dato definitivo, si sono recati alle urne 2.179.474 elettori su 4.661.111, il 46,76% degli aventi diritto, mentre cinque anni fa avevano votato 2.203.165 persone. Solo in tre province su nove la percentuale è più alta rispetto al 2012: a Messina ha votato il 51,69% (51,24%), a Catania il 51,58% (51,09%) e a Palermo il 46,4 (46,28%).